rassegna stampa

Pau Lopez, quando nel rinvio c’è l’insicurezza di una squadra

LaPresse

Il portiere spagnolo sembra aver perso una delle sue qualità maggiori

Redazione

Se uno spagnolo, Carles Perez, va a letto felice e con il sorriso contagioso, un altro, Pau Lopez, riflette sulla sua prestazione, buona ma solo in parte e sul perché oggi risulti meno sicuro di ieri. Continua il suo momento (lungo) d’indecisione, soprattutto fuori dai pali, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Non prende gol contro il Gent, molto per suoi meriti, seppur non facendo grandi parate, e un po’ per fortuna (tanti gli errori sotto porta degli avversari), ma ciò che dà più agli occhi sono le stecche che prende sul suo lato migliore, il gioco con i piedi, quindi la gestione del pallone.

La Roma ci ha raccontato al momento del suo oneroso ingaggio (trenta milioni bonus compresi), e nessuno ne dubitava, che Pau fosse fortissimo nel palleggio, abile nel far partire l’azione, nel giocare con i compagni, quindi perfetto per il calcio di Fonseca, che ama «partire dal basso», oggi si usa tanto questa espressione.

Invece questa, guardandolo nelle ultime gare, non sembra certo il suo punto di forza: al momento si distingue, a parte qualche errore grossolano (vedi il derby) nella gestione della palla tra i pali (vedi la splendida parata di Genova).

Che succede, dunque? Nel calcio di Lopez c’è tutta l’insicurezza della squadra, che ha smesso di giocare, che non trova la soluzione per uscire dalla crisi e che soprattutto cerca spesso il passaggio all’indietro (sintomo di crisi psicologica e di involuzione tecnico-tattica), mendando in difficoltà il povero portiere spagnolo, che spesso perde il controllo del pallone.

Nebuloso il calcio proposto dalla Roma in questa fase, nebulosa la reazione del numero 13, che del gruppo è una delle fotografie più rappresentative. Contro il Gent ha sbagliato appoggi facili, due volte ha regalato il pallone agli avversari, due li ha mandati fuori. Ciò che caratterizza un portiere bravo, al di là dell’aspetto tecnico, è trasmettere sicurezza alla squadra, alla sua linea. Questo non succede: la squadra perde certezze, gli scarica il pallone addosso e lui, gira che ti rigira, sbaglia.