Autogol del Comune: l'iter dello stadio di Tor di Valle si arena in conferenza dei servizi, che non concede la sospensiva. Il motivo? Il Campidoglio non ha prodotto atti - se non una lettera della grillina al governatore Nicola Zingaretti datata 2 marzo - sul nuovo accordo raggiunto con i proponenti dell'operazione (Eurnova e As Roma). E quindi ieri pomeriggio, come scrive Simone Canettieri su Il Messaggero, durante la conferenza dei servizi è arrivata la sorpresa.
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Pasticcio sullo stadio. Il progetto deve slittare
Il Comune non ha prodotto gli atti sull’accordo raggiunto nei giorni scorsi. La Conferenza dei Servizi nega la proroga. Ora tempi più lunghi
In mancanza di atti, senza una nuova delibera che superi la 132-2014 di Marino visto che manca il nuovo progetto, è andato in scena il surreale cortocircuito. Raggi da una parte e Comune e città metropolitana, ente governato sempre da «Virginia», sono andati nel verso opposto. Adesso c'è il rischio che l'iter si allunghi di altri sei mesi con una nuova conferenza dei servizi che licenzierà o meno il nuovo progetto dello stadio della Roma a fine anno.
Il gong è suonato così: entro il 30 marzo il Comune dovrà produrre documenti sul nuovo accordo (500mila metri cubi, 18 palazzine da sette piani al posto dei tre grattacieli) e il 5 aprile la conferenza dei servizi si esprimerà sulla richiesta di sospensiva, presentata dai proponenti dello stadio di Tor di Valle.
Al momento ieri queste sono state le altre posizioni in campo: la Regione ha espresso «parere di dissenso costruttivo», sul quale pesa il vincolo del Mibact oltre al fatto che manca la variante urbanistica, lo Stato ha dato un verdetto«favorevole con prescrizioni». Pollice verso formale di Comune e città metropolitana, nonostante Raggi.
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