rassegna stampa

Pallotta: «La proprietà al club? Ridicolo». E il Pd: «Garantire l’interesse pubblico»

La presunta «inevitabilità» dello sdoppiamento stadio-club non convince neanche gli esperti.

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A poche ore dal voto della Giunta sul progetto di Tor di Valle il presidente giallorosso James Pallotta ha parlato del nuovo stadio e dell’operazione calcistico-immobiliare connessa. Pallotta difende il progetto («un grandissimo piano», dice) e ai microfoni della radio ufficiale della società, definisce «totalmente ridicola» la questione della mancata proprietà dell’impianto da parte del club. «È l’unico modo per finanziare un progetto del genere», sostiene il manager di Boston, che ha intenzione di controllare il nuovo stadio attraverso una sua holding privata. Immediata la risposta del Comune. «Ridicolo sarebbe non fare il necessario affinché lo stadio sia vincolato alla As Roma», ha replicato Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza in Campidoglio. «Per le istituzioni che difendono l’interesse pubblico ci vuole un po’ di rispetto». Gli esponenti di Sel sono stati ancora più diretti: «Non si firmano cambiali in bianco».

La presunta «inevitabilità» dello sdoppiamento stadio-club non convince neanche gli esperti. «Potevano esserci anche altre soluzioni. La strada di due società diverse per impianto e squadra non era affatto obbligata», spiega l'economista e docente universitario Angelo Cremonese. «Lo Juventus stadium per esempio è stato realizzato con cifre molto più contenute, senza l’apporto di fondi esterni, ed è di proprietà al 100% della Juve». Nel progetto di Tor di Valle, secondo l’economista, «invece si è voluto creare un centro da migliaia di uffici privati e una mega-galleria commerciale. Ecco allora che l’operazione da sportiva è diventata immobiliare, una situazione ovviamente più appetibile per i finanziatori, per le banche, ma che rischia di creare conflitti d’interesse. Per questo ora bisogna stare attenti che ci sia il vincolo di destinazione rispetto alla proprietà del campo».

FORO ITALICO -  Anche la deputata Pd, Lorenza Bonaccorsi, fedelissima del premier Renzi, si chiede: «Cosa succederebbe nel caso in cui gli attuali soci cedessero le quote della società proprietaria dello stadio e l’affitto alla AS Roma non fosse più vantaggioso?». Per questo «servono garanzie sulla proprietà». Pallotta però giura di voler restare presidente della Roma «per altri 20 o 30 anni», anche se neanche Franco Sensi è andato oltre i 15. Ma in ogni caso, sostiene Pallotta, «la Roma con il nuovo stadio ci guadagnerà: perché oggi paghiamo 8 milioni di euro l’anno per l’affitto dell’Olimpico, mentre con lo stadio costruito scenderemo a 2 milioni».

E qui si apre un altro fronte polemico. Perché il Coni, proprietario dell’impianto dietro il Foro Italico, ribatte a stretto giro: «La Roma paga per la locazione dell’Olimpico 2,4 milioni di euro. Quindi poco più di quanto spenderebbe per il nuovo stadio. In più noi garantiamo tutte le spese accessorie, a partire dalle pulizie della struttura, che invece con il nuovo stadio sarebbero a carico della società. Che forse a questo punto pagherebbe addirittura di più».