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IL Messaggero

Ora tutto sul campionato. Il futuro passa dall’Europa

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La Roma - ad oggi settima - da aprile affronterà Juventus, Lazio, Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan
Redazione

Dieci partite, dieci finali. Salutata con rammarico l'Europa League ora la Roma deve spendere tutte le proprie forze in campionato, scrive Daniele Aloisi su Il Messaggero. Si parte domani contro il Cagliari (ore 16) e si finisce il 25 maggio a Torino con i granata. In mezzo un calendario da brividi dove i giallorossi affronteranno quasi tutte le prime della classe. La Champions League grazie alla cavalcata di questi mesi è più vicina e dista sei punti. Il quarto posto è occupato dalla Juventus e quest'anno la posizione extra è un miraggio. La quota Champions negli ultimi anni si è abbassata notevolmente passando dai 78 punti di Lazio e Atalanta della stagione 19/20, fino ai 69 della Dea lo scorso anno. Dybala e compagni sono a 46 e in palio ce ne so no ancora 30. Difficile? Sì, ma non impossibile. E c'è un fattore da non sottovalutare. La Roma - a diffe renza delle precedenti annate - non avrà partite in mezzo alla settimana da marzo a maggio. Non succedeva dal 2019. Essere fuori dall'Europa non è un bene (sia chiaro) ma Claudio può vedere il bicchiere mezzo pieno almeno sotto questo punto di vista.

Il percorso, però, è ricco di ostacoli. La Roma - ad oggi settima - affronterà Juventus, Lazio, Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan. Un calendario che spaventa e non potrebbe essere altrimenti, ma una buona notizia c'è. I big match si gio cheranno quasi tutti all'Olimpico. Le uniche due trasferte sono quelle di Milano e Bergamo. E lo stato di forma fa ben sperare. Dodici risultati utili consecutivi in Serie A: solamente Liverpool e Paris Saint Ger-main hanno una striscia migliore nei top 5 campionati europei (25). Da Dybala a Paredes e Angeliño: tutti i giocatori più in forma dovranno guidare la rimonta Champions che ora non è più un miraggio. Ieri il primo allenamento per preparare la sfida contro il Cagliari. Scalpitano Pellegrini e Koné. Il primo non ha giocato neanche un minuto tra andata e ritorno con l'Athletic. Il francese solo 13, nessuno al San Mamés. Il dubbio che sia lui il calciatore criticato per aver pensato a «se stesso» a Empoli resta. Una curiosità: ieri notte è stato l'unico a non tornare in pullman insieme alla squadra dall'aeroporto di Fiumicino.