rassegna stampa

Nuovo daspo all’avvocato ultrà assolto

Il legale delle Marche ha violato il divieto di entrare allo stadio in occasione di Roma-Liverpool con un biglietto intestato ad un' altra persona

Redazione

La passione per la squadra del cuore e il divieto proveniente da un altro Comune non hanno convinto né il questore di Roma, né il procuratore generale presso la corte di appello Giovanni Salvi. Il primo ha firmato un nuovo daspo contro il tifoso che aveva violato la prescrizione proveniente da Macerata.

Tutto è cominciato mercoledì scorso, scrivono Marco Carta e Sara Menafra su Il Messaggero, data della fatidica semifinale di Champions League, Roma-Liverpool. L'avvocato degli ultras della Civitanovese, Diego P., daspato per un contenzioso verbale con il presidente della squadra marchigiana, ha poi raccontato di essere arrivato in città per impegni personali e che, travolto dall'"entusiasmo di una città intera" avrebbe comprato un biglietto dai bagarini del Lungotevere, per andare a vedere di persona la sfida "storica". Al momento di attraversare i tornelli, quando ha dovuto esibire il documento, la polizia si è accorta del divieto e lo ha arrestato.

Tutto nella norma se non fosse che la mattina dopo, il tribunale di Roma ha deciso di assolverlo per "tenuità del fatto", sebbene alla violazione del daspo sia collegata una specifica sanzione penale.

La sentenza ha suscitato l'irritazione del procuratore Figc, Giuseppe Pecoraro e di alcuni sindacati di polizia. Venerdì, il questore di Roma ha però deciso di prendere un nuovo provvedimento, confermato ieri dal giudice. Diego P. è ora sottoposto a un nuovo Daspo, firmato da Guido Marino, con l'obbligo di firma al commissariato di residenza. Allo stesso tempo, la procura generale aspetta il deposito delle motivazioni della sentenza firmata dal giudice Valentina Valentini, per valutare definitivamente il ricorso in appello. "Speriamo che l'appello rimetta le cose a posto", commenta Enzo Letizia segretario dell'Anfp, sindacato dei funzionari di polizia: "Al di là del singolo caso, assolvere chi si sottrae al daspo per tenuità del fatto significa dare un pessimo segnale soprattutto ai soggetti più violenti che ancora frequentano le curve".