Se ne è andato in vacanza nel silenzio, con l’idea di restare qui; ha smesso di parlare la sera della finale di Budapest, col cuore strozzato di rabbia e con la coppa lasciata al Siviglia. Pochi giorni fa è stato avvistato a Londra, per un incontro con Pinto, poi un colloquio con i Friedkin. Oltre alla squalifica Uefa (quattro giornate), ora in ballo c’è anche la questione Chiffi, una sentenza (del Tribunale Federale Nazionale) che è stata spostata, forse, a oggi: si lavora per il patteggiamento. Come spiega Alessandro Angeloni su 'Il Messaggero', si attendono le scuse, che non arriveranno e si pensa a un comunicato di precisazione, quantomeno per evitare (o ridurre al minimo) una squalifica (due giornate) che appare scontata. Nonostante tutto, Mou c’è e ci sarà con la sua coerenza e per lui questo che sta per cominciare è un anno particolare, di sfida. Basti pensare che solo tre volte, José si è fermato in un club per più di un biennio.
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Mourinho, terzo anno da record
A Oporto è arrivato a stagione cominciata e poi nei due anni successivi si è affermato vincendo campionati e coppe europee. Con i blues il tris lo ha anche superato nella sua prima avventura londinese. E anche a Milano, come noto è rimasto solo due stagioni. Il ritorno alla casa madre, il Chelsea, lo ha visto protagonista per altre due stagioni piene, 2013-2015 e una mezza, conclusasi a gennaio. Come con lo United, 2016-2018. Due stagioni regolari a Manchester e la terza terminata a dicembre 2018. Non ha lasciato nulla e non ha preso nulla dal Tottenham, nel quale è rimasto meno di due stagioni. Il terzo anno è sempre un rischio con Mou. Oggi, a 60 anni, forse è diverso. Roma è diversa, lo Special si è legato alla squadra, soprattutto alla città e ai suoi tifosi. E’ rimasto nonostante i molti dubbi, nonostante il mercatino e le continue pressioni fatte alla società. E’ rimasto nonostante la stanchezza per essere sempre il frontman della situazione. Ci riprova, insomma.
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