Miralem Pjanic rischia di diventare uno di quei calciatori dei quali si nota la mancanza soprattutto quando non ci sono. L’ultimo esempio lo si è avuto venerdì a Modena. Nel primo tempo la manovra della Roma è apparsa involuta, cristallizzata per vie centrali, pronta a infrangersi continuamente contro il muro eretto dal Carpi. Spalletti lo intuisce e all’intervallo si gioca la carta Miralem: dentro l’ex Lione che va in cabina di regia. La Roma passa al 4-1-4-1: Vainqueur scala davanti alla difesa, Perotti e Salah si allargano sulle fasce. Poi segna Dzeko, Salah regala l’assist all’ex City e sigla la rete che chiude i conti, Spalletti viene elogiato per la quarta vittoria consecutiva e si fa presto a dimenticare l’apporto di Pjanic. Che invece risulta essere fondamentale.
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Mire, quel gol che ha fatto piangere il Bernabeu
Mercoledì Pjanic ritrova il Real Madrid. Nel 2009, quando militava nel Lione, proprio un suo gol agli spagnoli a 15 minuti dal termine regalò la qualificazione ai quarti
Mercoledì ritrova il Real Madrid. Nel 2009, quando militava nel Lione, proprio un suo gol agli spagnoli a 15 minuti dal termine regalò la qualificazione ai quarti. Inserimento da dietro, per ritrovarsi al posto giusto nel momento giusto. L’avventura del Lione si fermò poi alle semifinali contro il Bayern Monaco ma «quella rete, in uno stadio unico – ha ricordato recentemente in un’intervista all’AS Roma Match Program – ha reso speciale quella partita che è diventata negli anni la gara che ricordo con più piacere in Europa». Passato e presente in Champion, futuro chissà. Inutile girarci intorno: se la Roma non dovesse centrare il terzo posto, Mire sarebbe uno degli indiziati a lasciare la capitale. Stavolta c’è una clausola rescissoria (circa 40 milioni di euro) da poter esercitare nella sessione estiva. E non è un caso che il Real già abbia mosso, smentite a parte, qualche passo. Meglio allora non pensarci e sperare nel doppio confronto in un’altra magia.
(S. Carina)
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