Ne ha per tutti Luciano Spalletti al termine della difficile trasferta di Genova. «Totti è un brillante, da usare nelle grandi serate, al momento giusto. Ma parliamo anche della parata di Szczesny». Si, perché il mister pensa ad ognuno dei suoi ragazzi. «Me l'ha detto proprio Szczesny: parlano sempre di Totti e della mia parata? Abbiamo vinto una grande partita grazie anche a un gran gol di El Shaarawy su palla lavorata da Dzeko». Poi, inevitabilmente torna sul suo capitano. «Secondo me Totti è un brillante. E i brillanti si mettono nelle grandi serate, al momento giusto, non tutti i giorni. Quando viene a legarsi le scarpe con la faccia che aveva qui a Marassi, siamo a cavallo...». Un Totti determinato che piace al tecnico toscano.
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Spalletti parla di tutti i suoi ragazzi ed elogia il grande girone di ritorno della sua Roma
Troppe le disattenzioni difensive, ma Spalletti è tenero con i suoi in questa occasione. «Con giocate in velocità come quelle del Genoa diventa difficile. Non era facile reggere il ritmo del Genoa. La prestazione di Strootman? L’ho visto pronto. Colpa mia, l’ho fatto giocare poco. I calciatori quando non li utilizzi si arrabbiano, anche Dzeko lo era perché ha capito che a Genova avevo fatto altre scelte. Poi è entrato e ha dimostrato di essere un grande calciatore». Si, perché il carattere è la qualità maggiore dell'olandese e della sua Roma. «In questa seconda parte di campionato la mia squadra ha avuto un grandissimo carattere. Ha giocato bene il “terzo tempo”, vuol dire che tutte le volte che si sono allenati e scesi in campo hanno avuto l’atteggiamento giusto».
Rimane la speranza di superare il Napoli, pensando già alla prossima stagione. «Dovrebbe pareggiare una partita, è una cosa possibile. Restiamo aggrappati a questa possibilità. Cosa manca per arrivare al pari della Juve? Le valutazioni si fanno a bocce ferme, ora ci interessano queste due partite. La squadra ha fatto un grande girone di ritorno, ma non lo dice nessuno». De Rossi dice la sua: «Ho sempre odiato quelli che mettevano il muso quando giocavano poco e non partecipavano alle vittorie. E magari li vedevi arrivare a Trigoria con un sorrisetto dopo una sconfitta. Odio queste cose. Mi viene spontaneo essere contento quando vince la mia squadra. Al mio posto giocano compagni di squadra forti, non ho nulla di cui lamentarmi».
(A.Angeloni)
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