(Il Messaggero - A.Angeloni) Troppo fragile per essere vera. Luis Enrique ha la faccia nera.
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«Siamo tutti colpevoli»
(Il Messaggero – A.Angeloni) Troppo fragile per essere vera. Luis Enrique ha la faccia nera.
«Sono molto deluso», subito il tecnico spagnolo, che non ha voglia di nascondersi né di proteggere troppo la squadra. «Siamo stati troppo disattenti. È stata una partita difficile, dobbiamo migliorare. Se non siamo al cento per cento e concentrati, possiamo perdere con chiunque, questa è la verità». Squadra spenta, poco reattiva. Non spenta atleticamente, a dire di Luis. «Non ricominciamo con la storia della preparazione atletica. La squadra ha corso, abbiamo avuto palle gol e dovevamo essere più cattivi. Loro hanno fatto quattro reti e noi solo due, purtroppo questo conta nel calcio».
Atleticamente non sotto tono, almeno poco aggressiva si potrà dire? «Non so, non so. Devo vedere di nuovo la partita, da dove stiamo noi non si vede molto. In alcuni momenti siamo stati superiori, in altri inferiori. Per giocare il calcio come vogliamo serve concentrazione e mentalità per tutti i novanta minuti. E la Roma queste caratteristiche non ce le ha avute stavolta».
Ha parlato con la squadra? «Non parlo mai con i ragazzi dopo la partita, non sono andato nello spogliatoio ma è facile immaginare come si sentano. Delusi, come lo sono io. Così, avanti non si va. Quando siamo bravi lo dico, quando non è così come stavolta devo ammettere che sono molto deluso». Deluso, lo ripete tante volte, non si stanca. Si aspettava di più, lo spagnolo è molto duro con la squadra, che non ha dato quello che chiedeva, che non ha giocato da squadra. «Ho visto venti minuti incredibili, e altri venti patetici, orribili. Così dispiace tantissimo, non è questo che io voglio. E non è un problema di difesa, perché è si difende in undici e si attacca in undici»(...).
Cosa salva della serata? «Quasi niente. Io chiedevo la regolarità durante un campionato e se non siamo stati capaci nemmeno di farlo durante novanta minuti. No, sono davvero molto deluso. È difficile capire perché succede questo, io continuerò a lavorare e vedremo se arriveranno i miglioramenti che mi aspetto». Problemi tattici, psicologici. Quali sono i mali reali della Roma? «È tutto un problema di tattica, questi ragazzi sono professionisti non posso avere problemi psicologici, sarebbe incredibile se così fosse. Io cerco l’equilibrio, ma qui a Cagliari ho visto la migliore Roma e la peggiore Roma. È una sconfitta bruttissima per me, ma continueremo a lavorare. Così non si va lontano. Troppi errori dei singoli? Il nostro è un problema di squadra. Siamo stati orribili per almeno venti minuti. Tutti».
Non è, secondo Luis, una questione di organico scarso. «Ho solo chiesto di sfoltire la rosa, la società lo ha fatto ma è sempre aperta a rinforzare la squadra. Lo ha fatto con Marquinho. Quel che è successo a Cagliari è solo mia responsabilità». Già Luis Enrique è molto critico, poi ci si mette pure Ballardini. «La Roma sarà una grande squadra (...)».
Appunto. Luis Enrique attacca se stesso e la squadra, Baldini prova a fare il pompiere. «Il progetto non decolla? Non siamo molto indietro rispetto a quanto pensavo di essere. Luis Enrique non incide sulla squadra? No, no, riesce ad incidere, noi siamo completamente soddisfatti del suo lavoro, certo il 4-2 lascia poco spazio a qualsiasi replica. Siamo delusi, siamo un po’ tornati indietro sul piano del gioco, siamo altalenanti. La fase difensiva negativa? Non ho questa sensazione, la squadra produce un buon calcio ma a tratti. Abbiamo avuto molte occasioni, ma loro hanno segnato il doppio di noi. Non c’è un reparto che funziona meno di un altro. De Rossi può firmare con chiunque? Sì, anche con la Roma. Sono possibilista».
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