rassegna stampa

Lo stadio a Tor di Valle, De Vito sceglie il silenzio. I giudici: resti in carcere

Il Riesame conferma il provvedimento di arresto anche per Mezzacapo: "C’è il pericolo che possano commettere altri reati"

Redazione

Istanze respinte. Il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito e l'avvocato Camillo Mezzacapo, ritenuto dalla procura il suo braccio destro nella realizzazione di un "format" corruttivo per facilitare alcuni imprenditori romani - da Parnasi ai fratelli Toti - restano in carcere, come riporta Valentina Errante su Il Messaggero.

Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, che ha confermato anche i domiciliari per Gianluca Bardelli l'influencer Cinquestelle, e per l'architetto Fortunato Pititto, del gruppo Statuto.

Il presidente del Consiglio comunale davanti al gip si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma ora dovrà tentare di alleggerire la propria posizione. Il suo silenzio evidentemente non è piaciuto e in questa settimana, De Vito risponderà alle domande dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli.  Se fornisse elementi utili alle indagini potrebbe ottenere un'attenuazione della misura cautelare, ma è chiaro che per ottenere un simile risultato non potrà limitarsi a giustificare le contestazioni mosse dalla procura.

Dagli atti emergerebbe come il pressing sui consiglieri comunali abbia consentito a De Vito di portare avanti i progetti dei costruttori disposti ad affidare a Mezzacapa cospicue consulenze. Un sistema di corruzione che la procura ha già contestato per il progetto dello stadio di Tor di Valle a Luca Parnasi e a Luca Lanzalone, il consulente plenipotenziario del Comune, a processo.

Ma c'è anche un altro aspetto che pesa sicuramente sulla decisione di ieri e riguarda le indagini ancora in corso. Le acquisizioni successive agli arresti non hanno attenuato la gravità del quadro indiziario. Gabriella Raggi, capo segreteria dell'assessore all'Urbanistica Luca Montuori ha raccontato come De Vito e Mezzacapo le chiedessero informazioni sui progetti.