rassegna stampa

Lo spettro di luglio e quei segnali contrastanti che agitano la serie A

Il 28 calcio e governo si siederanno attorno ad un tavolo per discutere la data della ripartenza del campionato

Redazione

Se il pallone non vede l'ora di rotolare, l'unita di misura, l'unica plausibile per il governo, resta quella legata alla curva dei contagi. Ed e' qui che si giocano i supplementari di una partita che, alla fine, dovrebbe portare alla ripresa del campionato, scrive Emiliano Bernardini su Il Messaggero.

Da Palazzo Chigi i toni sono più morbidi. "Se riparte l'Italia riparte anche il calcio" ha detto ieri il Ministro Spadafora. La serie A vuole una data. Finora non ne ha mai avuta una certa.

Il 28 calcio e governo si siederanno attorno ad un tavolo per discuterne. La Lega ha indicato a maggioranza (16 club su 20) il 13 giugno. Gli altri 4 puntano al 20.

Più di qualcuno è convinto che il ministro possa indicare luglio. Sarebbe una mazzata per la serie A che non riuscirebbe a giocare le 12 giornate più i recuperi. Non è casuale nemmeno il giorno 28 scelto per l'incontro. Difficilmente, nonostante i proclami fatti potrà uscire una data certa. Spadafora ha sempre indicato la curva dei contagi come direttrice da seguire. Bene, ma le regioni comunicheranno i dati solo il giorno seguente: il 29.

Intanto si lavora ai protocollo per tornare in campo. Ieri riunione tra i club per limare il documento per le partite e le trasferte. Tolti alcuni errori come il divieto di protestare con l'arbitro. Anche normalmente non è possibile farlo. Così come i numeri delle presenze. Grosse frizioni. Il testo indica 300. Più di qualcuno vuole allargare il numero. E sempre ieri è stato messo a punto il protocollo sanitario per il campionato. È stata indicata la quarantena di 14 giorni ma si lavorerà per toglierla definitivamente.