rassegna stampa

L’Italia gioca per l’Europa

Da Immobile a Zaniolo e Insigne, l’anno della verità è tinto d’azzurro. Scudetto e Champions nelle mani di tanti talenti a caccia di Euro 2020

Redazione

Sarà un campionato, una stagione, che finirà dritta dentro l’Europeo, quello che l’Italia di Mancini vuole vivere da protagonista. La classica stagione con il vento in poppa, con le motivazioni in automatico. Ma è pur vero che, tra gli interessati, nessuno avrà il posto assicurato nell’Italia, perché Mancini ha dimostrato molta fantasia nelle scelte, scrive Angeloni su Il Messaggero. Molti azzurri si dovranno svegliare, per il bene della propria squadra, quindi di se stessi e dell’Italia. E’ l’anno del bene comune. Dalla Juve al Brescia, ognuno propone il suo azzurro.

Bernardeschi non potrà nascondersi, così come Insigne sulla sponda Napoli, prima avversaria della Juve. Che dire poi di Barella? Pagato a peso d’oro, nazionale con la maglia del Cagliari, dove era il leader indiscusso e coccolato da una città. A Milano è, come dire, un big dei tanti. Poi abbiamo l’imbronciato Chiesa, che forse un giorno, non lontano, capirà che proprio la maglia viola in questo momento può dargli la garanzia di mantenere ben saldo il posto in Nazionale. Il trasferimento alla Juventus, che magari un giorno ci sarà, gli avrebbe regalato soldi, prestigio ma non la garanzia di un posto dal quale mettersi in mostra. Un altro anno a Firenze, l’Europeo e poi altri lidi, questo l’obiettivo, forzato, del talento della Fiorentina.

L’omologo di Federico si chiama Zaniolo, che dopo il rinnovo ferragostano con la Roma, è tornato in campo più pimpante e con la testa a posto. Da Nicolò Fonseca si aspetta tanto, su di lui (e Dzeko) vuole costruire l’asse centrale dell’attacco. Per Zaniolo c’è solo un “equivoco” tattico, che passa dal giallorosso e finisce in azzurro: Fonseca lo considera un trequartista o un esterno di un 4-2-3-1, Mancio lo ritiene una mezz’ala e quel posto in azzurro è occupato da Verratti e Barella. Ma è chiaro che Nicolò, considerato che in Nazionale è stato chiamato da Mancini quando era in fasce, non avrà troppi problemi a restare nel giro. Ovvio, dipende da lui. Vedremo.