rassegna stampa

L’incubo della vergogna non va cancellato

LaPresse

Un punto tanto per cominciare all'Olimpico non è una bella cosa, ma poteva andare molto peggio. E quel primo tempo, con una goleada dell'Atalanta, non si può, non si deve cancellare

Redazione

Dopo una settimana un po' tanto friccicarella, la nuova Roma di EDF ha svalvolato contro l'Atalanta. Partita dalle tante, troppe cose brutte e dalle tante chiacchiere, cominciate all'annuncio delle formazioni e proseguite ben oltre il fischio finale di Fabbri, scrive Mimmo Ferretti su "Il Messaggero". Al centro di tutto, la posizione in campo di Javier Pastore, dirottato sulla corsia di sinistra da esterno d'attacco. Un azzardo, a bocce ferme, se non altro perché Di Francesco non aveva mai provato l'argentino in quel ruolo nella pre season.

Dopo meno di cento secondi di gara, Pastore aveva già messo la sua firma sulla partita. Con un colpo di tacco da copertina, piazzato nella posizione di centravanti, altro che esterno. Una prodezza tecnica frutto di intuito e coraggio. Un'immane illusione, però, perché a seguire il buio di tutta la Roma. Presa a pallonate dalle riserve dell'Atalanta. Una pagina orrenda della storia della Roma, incapace di tener testa ad avversari più veloci, più cattivi, più determinati. Un'esibizione collettiva penosa, tipica di una squadra (squadra?) che in campo non sa assolutamente cosa fare. In nessuna situazione di gioco, con palla tra i propri piedi o con palla agli avversari. Un crollo inatteso e impensabile per una squadra che millanta di voler lottare per le posizioni di vertice. Poi, con una ripresa più accorta dal punto di vista tattico (cambio di modulo, dentro Nzonzi, Pastore al centro), e con una prestazione migliore sotto l'aspetto tecnico di molti suoi interpreti, la squadra giallorossa ha cancellato (quasi) tutte le nefandezze prodotte nei primi quarantacinque minuti ed ha recuperato il risultato.

Un punto tanto per cominciare all'Olimpico non è una bella cosa, ma poteva andare molto peggio. E quel primo tempo, con l'incubo di una vergognosa goleada, non si può, non si deve cancellare. Deve essere un punto di (ri)partenza per tentare di dar seguito con i fatti alle troppe parole che hanno accompagnato la Roma nelle ultime settimane.