rassegna stampa

«L’area è pericolosa». Così il Comune stronca il progetto Tor di Valle

Il Campidoglio ha sollevato numerose criticità riguardo il progetto presentato dai proponenti

Redazione

Il Campidoglio ha bocciato il progetto stadio della Roma sulla base della sicurezza stradale a rischio,  della viabilità da ridisegnare per evitare che la circolazione sul Raccordo vada in tilt, delle carenze nel piano trasporti, del pericolo di inondazioni e delle cubature sproporzionate per gli edifici commerciali. «Il parere unico di Roma Capitale sul progetto definitivo non è favorevole», si legge nel documento elaborato dai dipartimenti Urbanistica, Trasporti, Ambiente, Lavori Pubblici e Sviluppo economico, spedito ieri alla Regione Lazio. Un documento che avvicina alla parola fine il progetto di Pallotta e Parnasi. Secondo il comune l'area scelta dai privati non è compatibile con una variante urbanistica e vengono riscontrate «le condizioni di pericolosità idraulica» e il rischio inondazione, come ha già certificato l’Autorità di bacino. Una delle condizioni perché il progetto vada avanti, infatti, è lo spostamento dell'area. Andrebbe poi «ridefinito il perimetro delle zone soggette a rischio per eventi idraulici». Nel mirino del Campidoglio anche la sproporzione delle cubature che superano di due terzi i limiti imposti dal Piano regolatore generale e che per l’86% andrebbero a negozi, alberghi, uffici e ristoranti. Si legge che l'operazione «è incongruente nei valori della superficie utile lorda rispetto alla tavola di zonizzazione». Ma tutto il piano viabilità andrebbe ridisegnato dato che i privati avrebbero voluto realizzare «parcheggi in curva» e avrebbero previsto «una eccessiva concentrazione di varchi sulle rotatorie». Sempre secondo il documento l'area intorno allo svincolo per il Raccordo anulare sarebbe «a rischio intasamento», dal momento che sono stati «sottostimati i flussi del traffico nello studio trasportistico». Un altro problema sono i trasporti pubblici. Non solo perché Atac è Agenzia per la mobilità hanno bocciato il prolungamento della metro B fino a Tor di Valle ma anche perché  il capolinea della ferrovia Roma-Lido ha «dimensioni inadeguate». Ma è in generale tutto il progetto a non essere «adeguatamente sviluppato per gli aspetti del Trasporto pubblico locale». I privati non hanno mai verificato il rischio di «tranciamento/rottura del ponte carrabile e del ponte ciclo-pedonale sul Tevere»; a Palazzo Senatorio non sono mai pervenute anche le «verifiche di compatibilità idraulica» e la «verifica della portanza dei pali di fondazione».

(L. De Cicco)