rassegna stampa

La squadra con il “quid” centra il numero fatale

(Il Messaggero – P.Mei) – Il quid era in panchina fino al minuto 14 del secondo tempo, quando Alessandro Florenzi entrava; il guizzo era Marco Borriello al minuto 23, quasi dieci minuti dopo l’ingresso di Capitan Dopodomani:

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(Il Messaggero - P.Mei) - Il quid era in panchina fino al minuto 14 del secondo tempo, quando Alessandro Florenzi entrava; il guizzo era Marco Borriello al minuto 23, quasi dieci minuti dopo l’ingresso di Capitan Dopodomani:il quasi dieci diventava dieci, il numero del record. L’ansia da prestazione aveva messo lo sgomento alla Roma che spesso davanti al facile, nella storia, s’è lasciata intimidire quando non s’è intimidita da sola, e quella selva gialla che le si presentava di fronte non era fatta per incoraggiarla: le mancava il quid, direbbe qualcuno, il guizzo. E le guardie gialle erano ora cinque ora sette, il profeta del calcio giocato Sannino ben sapeva che 4 punti contro 27 non ti danno grande scampo: e lì piantava i suoi pali, che, con quel famoso guizzo o quid, potevano farsi spaventapasseri ma il tempo scorreva e sembravano un muro[...]

LA TABELLINA DEL 3

Ed era lì il 10, la tabellina del 3 conclusa gloriosamente, dopo essere andata avanti nei bar e negli uffici di Roma come scherzetto del mattino, che nessuno l’aveva fatto mai, come del resto arrivare fino a 9 giacché la Juve c’era arrivata ma fu tutto cancellato, come i primati atletici di Ben Johnson, che non esistono. Era lì quel numero fatale, che i matematici dicono anche tetraedrico (boh), ma che per i più è il voto massimo a scuola, per i calendaristi la data prevista per la partita di ieri, posticipata al 31 ma che era prevista il 30.10 (punti e vittorie, dunque), per il cuore dell’Olimpico il numero di Totti, che era in tribuna a guardare, soffrire, gioire. Come l’Olimpico dei 45 mila circa, prima più silente del solito e poi acceso dal quid e dal guizzo e dalla voglia ora manifesta d’essere la Roma. E adesso 10 e il suo numero.

LA CENA DIETETICA 

“Salvate il Campo Testaccio” diceva uno striscione: per il momento veniva salvata la digestione degli uomini del record chiamati all’Olimpico a un pasto frugale e dalle calorie dimensionate al recupero e al prossimo vicinissimo impegno della domenica a Torino. Tutti a tavola, magari a pensare che questa Roma vince pure di giovedì. Come di lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Manca il martedì della Champions, ma per questo c’è tempo.[...]