E’ già Roma-Juve. Il pensiero non va alla sfida di domenica prossima ma a quella che verrà, scrive Ugo Trani su Il Messaggero, cioè quella nella prossima stagione. I giallorossi, ripartendo dal 3° posto (ancora da certificare) e dalla semifinale di Champions (obiettivo replicato dopo 34 anni), devono riavvicinarsi ai rivali. Gli introiti Uefa, con il piazzamento tra i primi 4 club d’Europa, aiuteranno la proprietà Usa a fare il definitivo salto di qualità: i 100 milioni, incassati con le 12 partite nel principale torneo del continente, possono fare la differenza nel mercato estivo. Con investimenti finalmente mirati per dare scacco alla Regina. La palla passa a Monchi.
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La Roma va a spasso nel futuro
La sfida con la Juve è la prova generale per il prossimo anno: il club e Di Francesco vogliono contendere il titolo ai bianconeri
Di Francesco è la garanzia. La svolta di Eusebio è stata tecnico-tattica e ambientale. I risultati nelle 49 partite sono la piattaforma per il decollo. Il suo metodo ha funzionato nell’addestramento quotidiano: la rosa è lievitata nella qualità, con i titolari e i panchinari che hanno migliorato le loro conoscenze. Ora sanno che cosa fare in campo.
Con Monchi il tecnico lavora per il domani.Con Totti ha sistemato il presente. Spesso accenna al "senso di appartenenza". Lo vede in campo e in tribuna, nel comportamento della squadra e nella passione della tifoseria. E’ la principale conquista della sua gestione.
La rosa è da consolidare, svecchiare e migliorare. Alisson è il portiere che dal Real in giù ogni club europeo vorrebbe. Pallotta si è esposto sulla sua conferma. Il ds vorrebbe raddoppiargli l’ingaggio (salendo a 3 milioni) e allungargli il contratto (2023). Diversa la situazione di Florenzi: fuori budget i 4 milioni di stipendio per il rinnovo. Sono loro gli unici titolari in stand by, ma per motivi diversi. Strootman, invece, è sul mercato: la Roma disse no, a fine agosto, alla Juve, non farà lo stesso con l’Inter. Il centrocampo è da riqualificare con interpreti nuovi e più giovani. Le urgenze sembrano chiare: un terzino destro, aspettando Karsdorp e valutando in estate, Luca Pellegrini come vice Kolarov a sinistra; un centrale difensivo, un regista già svezzato e un esterno offensivo che sostituisca, con un anno di ritardo, Salah. In attacco c’è da capire come assemblare il reparto. Dzeko è il totem. Gli altri saliranno sulla giostra degli affari. Solo Under e Schick sono sicuri di restare con il centravanti.
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