La Roma stavolta, il (corto) muso lo stava per sbattere, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. E anche di brutto. Stava per arrivare una sconfitta dolorosa, mentre quasi a sorpresa appare come per incanto un pari che, allunga a otto partite la serie positiva in campionato, serve a poco ma almeno salva, in parte, la faccia. Perché se c’è una cosa storta che resta della trasferta di Udine, è la prestazione stanca, non all’altezza della Roma, o di quel che dovrebbe essere, e di Mourinho, per quel che è stato e per quello che è ancora. Quello di Udine è un pareggio come se ne sono visti tanti quest’anno, raggiunti più con l’anima che con la testa, come con il Sassuolo, come con il Verona, figlio di una prestazione con poco fuoco e figlia della stanchezza olandese accesa solo nel finale, ormai pure questo è un marchio di fabbrica, da Pellegrini su calcio di rigore. La Roma ha fallito l’occasione per stare ancora agganciata veramente al treno nobile della Champions e lo ha fatto con prestazioni modeste dei suoi uomini migliori.
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La Roma, salva solo la faccia: un rigore al 94′ di Pellegrini evita la sconfitta
Il gol nel recupero allunga a otto partite la serie positiva in campionato
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