La Roma batte il Milan in trasferta e urla forte la sua candidatura per recitare da big in questo campionato. Il 2 a 0 di San Siro non è solo il quinto successo di fila, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Di Francesco, offeso dopo il crollo in amichevole contro il Celta Vigo e il pari contro l'Atletico Madrid al debutto in Champions, ieri alla Scala del calcio si è presentato con autorità. E ne è uscito a testa alta. Perché ha vinto senza i rinforzi principali (anche come investimenti) del mercato estivo: Karsdorp, Defrel e Schick. E, nel secondo scontro diretto stagionale, ha umiliato il fratello Montella.
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La Roma non si ferma più
Dzeko e Florenzi in casa del Milan firmano d’autorità la quinta vittoria di fila tra campionato e Champions
Il comportamento della Roma a San Siro è stato quello visto nelle ultime quattro gare. Il Milan è stato trattato come il Verona, il Benevento, l'Udinese e il Qarabag. Perché Di Francesco non fa differenze e non guarda in faccia, insomma, nessuno. Piccole o grandi che siano. In casa e fuori, dove fin qui ha fatto l'en plein: 4 vittorie su 4 partite giocate lontano dall'Olimpico, compresa quella di mercoledì a Baku (10° successo esterno di fila in A e nuovo record).
La Roma, a prescindere dagli interpreti, è riuscita a restare se stessa, puntando soprattutto sulle verticalizzazioni veloci e ripetute. Sono stati gli errori nelle scelte finali, cioè nei passaggi filtranti o semplicemente decisivi a non permettere ai giallorossi di andare a dama già prima dell'intervallo, con Donnarumma costretto a intervenire solo su conclusioni abbastanza scontate di Florenzi e Pellegrini.
Il pressing della Roma è stato intermittente. Lo ha guidato Dzeko che è stato il principale riferimento dei compagni. E che si è scatenato nella ripresa. Nelle gare che hanno preceduto questa di San Siro, la Roma ha sempre dettato legge nel primo tempo, segnando 11 dei suoi 14 gol (ora 16), steccando solo contro l'Atletico. Qui ha scelto la ripresa, con Nainggolan a oscurare Biglia, per segnare due volte e prendersi i tre punti. E, con il 10 gol in 10 partite stagionali (2 con la Bosnia), ha fatto centro di destro, da fuori con deviazione di Romagnoli, per il vantaggio. E ha iniziato l'azione del raddoppio di Florenzi (ultima rete il 20 ottobre del 2016 all'Austria Vienna), con l'imbucata per Nainggolan che ha costretto alla respinta Donnarumma. La difesa regge perché c'è organizzazione: solo 5 gol subiti (3 con l'Inter) in 8 partite e già 5 clean sheet. L'equilibrio è da grande. Il nuovo test, il 14 ottobre all'Olimpico, contro il Napoli leader.
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