rassegna stampa

La Roma gioca da sola

Gli ultimi test hanno dimostrato che non c’è ancora il giusto feeling tattico tra la squadra e l’allenatore. Di Francesco predica un tipo di calcio che non si è mai visto: troppi calciatori fuori dal coro

Redazione

Il calcio d'agosto in casa giallorossa fornisce qualche indicazione. Eccone alcune, come scrive Alessandro Angeloni su "Il Messaggero": 1) La Roma di Di Francesco non è ancora la Roma di Di Francesco. 2) Il sistema di gioco non è sbagliato di per sé, ma non è interpretato come dovrebbe esserlo e magari c’è chi ancora non lo ha digerito. 3) L’entusiasmo che manca. 4) La rosa ancora incompleta e le “riserve” per ora hanno perso un’occasione.

Partendo dalla gestione americana, la Roma ha giocato con il 4-3-3 con Luis Enrique, Zeman, Garcia e a tratti anche con Spalletti. Se non è un modulo nel dna romanista, poco ci manca. Poi ci sta che qualche calciatore possa avere qualche difficoltà ora con Difra. Ci sta anche che uno come Nainggolan si sia affezionato al ruolo che gli ha disegnato addosso Spalletti e ora gli ci vuole tempo per tornare ai vecchi fasti: pure lui è nato con il 4-3-3, da Cagliari fino alla Roma di Garcia, quando si è trovato a sostituire Strootman proprio da mezz’ala. E’ chiaro che quando uno si lega a un ruolo ha difficoltà a tornare indietro. Ci sta anche che di queste cose nello spogliatoio se ne parli ed è successo pure nel post Vigo, ma Di Francesco in questo momento vuole andare avanti così e tutti si dovranno adeguare, compresi i musi lunghi. Tornando al modulo, la squadra che abbiamo visto fin ora non somiglia a quella che vuole il suo allenatore. Chi soffre nella linea a quattro è Fazio. Serve un centrale di alto livello, che sappia compattare il reparto.

Magari la squadra è stanca, in questo mese ha viaggiato e lavorato molto, ma lo sguardo di tanti calciatori è senza sorriso. Manca un po’ di entusiasmo e qualcuno a Trigoria lo ha fatto notare. Vincere a Bergamo ne porterebbe un po’. DiFra ha bisogno di tempo e i calciatori per primi dovranno darglielo.