La Roma sforna bandiere, anche grandi capitani, ma la fine è sempre quella: fuori da qui. Losi fu costretto a finire la carriera nella Tevere Roma. È come se oggi a Totti si chiedesse di finire con la maglia del Trastevere, scrive Alessandro Angeloni su "Il Messaggero". Negli anni recenti, un po’ tutti hanno scritto lo stesso finale, portandosi via un pizzico di rancore per non aver potuto chiudere la carriere con addosso la maglia amata.
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La maledizione di una fascia d’amore
Da Losi a Di Bartolomei, da Ancelotti fino a Giannini. La Roma sforna bandiere, anche grandi capitani, ma la fine è sempre quella: fuori da qui
Peppe Giannini, il capitano futuro dei gloriosi anni ’80/’90: da Ancelotti (1987) fino al 1996, quando ha lasciato i gradi a Carboni, che li ha portati solo per una stagione. Nove anni e pure lì, addio con le lacrime. Peppe sceglie lo Sturm Graz, per non indossare una maglia che andasse in contrasto con la Roma. Poi si è messo, ascoltando la voce del “papà” Mazzone, quelle di Lecce e Napoli.
E veniamo al capitano del secondo scudetto: Agostino Di Bartolomei, che ha portato i gradi gli stessi anni di Sergio Santarini, ma il suo addio dalla Roma ha lasciato un gozzo in gola a tanta gente. Pure lui via, senza ricordi. Al Milan, come Carlo Ancelotti. Ora tocca a Francesco Totti, capitano per 18 stagioni. Diciotto.
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