Edin Dzeko non va in gol dalla partita di Champions in casa del Chelsea, 18 ottobre. In campionato, il bosniaco deve fare addirittura un passo indietro e tornare alla gara in casa del Milan, 1 ottobre. Nonostante il digiuno di gol del suo miglior attaccante, la Roma nelle partite disputate dopo la trasferta inglese ha vinto sei volte su sei tra campionato e coppe. Sei partite con 12 gol all’attivo, una media di 2 a gara, come evidenzia Mimmo Ferretti su Il Messaggero.
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La grandezza di Dzeko a digiuno da un mese
Il contribuito del bosniaco, sempre titolare, è consistente assai al di là dei gol che riesce a segnare
Questo significa, innanzi tutto, che la squadra di Eusebio Di Francesco non è Dzeko-dipendente. E che il contribuito del bosniaco, sempre titolare, è consistente assai al di là dei gol che riesce a segnare. Perché, come ama sottolineare l’allenatore della Roma, il suo contribuito alla causa va al di là del timbro personale.
Essendo la Roma di Di Francesco una squadra che ama giocare di collettivo, è fondamentale che tutti facciano fino in fondo il proprio dovere, dando ognuno quello che può dare in ogni circostanza a favore del gruppo. Ed è proprio in questi momenti che si valuta la grandezza di un giocatore: Dzeko, ovviamente, soffre per la mancanza di gol, ma anzichè dare spazio all’egoismo per ritrovare l’amico perduto diventa ancor più generoso, si mette ancor più al servizio dei compagni. E uno così non è un grande attaccante anche se non segna?
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