E' complicato (oppure facilissimo, paradossalmente) dare la giusta lettura alla partita che la rinnovata Roma di Paulo Fonseca ha giocato ieri a Lille, scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero.
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La diversa qualità tra i due tempi fa la differenza
Nella ripresa più qualità e precisione nel palleggio. Dzeko decisivo, entra nelle azioni dei tre gol
Primo appuntamento di precampionato contro una squadra vera, e reduce dal secondo posto nella passata stagione in Ligue1, e ancora un successo, stavolta con due reti sul groppone. La morale del test? Che devi imparare a difendere molto meglio e, soprattutto, che senza qualità quando hai la palla, non vai da nessuna parte.
Lo ha dimostrato l'ingresso di Dzeko, il principe della qualità, che non ha segnato ma ha ispirato dall’alto della sua classe le reti della Roma. Meditate gente, meditate...
Lo scarsissimo numero di occasioni da gol create nel primo tempo, lo sta a testimoniare in maniera eloquente. I giallorossi non hanno mai messo in mostra la necessaria fluidità di manovra, hanno sbagliato un’infinità di palloni già nella fase di uscita regalando così occasioni su occasioni agli avversari. Nullo, o quasi, il contributo dei due esterni d’attacco, chiamati a giocare più dentro il campo che sulle corsie esterne: entrambi hanno palesato limiti sul piano del palleggio e i difensori del Lille non hanno sudato più di tanto per bloccare le loro giocare. Ma è stata tutta la Roma, sia chiaro, a mancare di qualità.
Nel secondo tempo la Roma ha migliorato nettamente la percentuale dei passaggi completati, e ha costretto l’avversario alle corde. E quando ha potuto mettere in moto a dovere Dzeko è arrivata al tiro, quindi al gol. Che Edin sia un giocatore unico nel panorama del calcio, lo si sa da sempre; non c’era bisogno della partita di Lille per averne una conferma. Ma del (suo) doman, non c’è certezza...
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