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rassegna stampa

La Champions di Totti

La Roma batte in extremis il Genoa e chiude al 2° posto in un Olimpico in lacrime per l’ultima gara di Francesco. Perotti segna al fotofinish e Spalletti corre ad abbracciarlo sotto la Sud

Redazione

Si comincia con un verdetto scritto dalla Sud che conosce la storia: Totti è la Roma. Uniti e commossi i tifosi della Roma hanno riempito l'Olimpico come poche volte solo per il loro capitano che, dopo 25 anni e 307 gol, veste per l'ultima volta l'unica maglia della sua vita, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

Il capitano è di tutt'e 65 mila. Non di Spalletti e di Pallotta che incassano fischi anche se il successo in extremis contro il Genoa (3 a 2) vale il ritorno in Champions, con l'accesso diretto alla prossima edizione. L'allenatore e il presidente non vengono invitati alla festa della passione. L'unico applauso, quando sfilano i dirigenti, è per Monchi, come se ci si fidasse solo di chi è appena arrivato.

Spalletti, proprio come nel 2009, se ne va per sua scelta, Con il contratto in scadenza, nemmeno deve dimettersi, come fece durante la sua prima avventura nella capitale. Sarà il nuovo tecnico dell'Inter. Ma i fischi li prende per il trattamento riservato a Totti in questo anno e mezzo. Rancore e astio sempre fuori luogo. Il toscano, però, ha fatto quanto gli ha chiesto la proprietà Usa. Nello spogliatoio, con il capitano, e in campo, con il 2° posto. La sua annata in panchina, almeno in campionato, è stata da record di punti (87) e di reti (90) della storia del club, con Dzeko re dei gol (29). L'allenatore, però, sul traguardo ha sofferto più per l'atteggiamento velenoso dell'avversario che per la presenza ingombrante di Totti.

Nel pomeriggio più lungo, dunque, ecco la partita che non ti aspetti. Il Genoa, già salvo, sembra il Napoli e interpreta la sfida come fosse uno scontro diretto. Pellegri, al primo scatto, fa vedere che anche a 16 anni si può fare la differenza. La Roma, insomma, va subito sotto. Dzeko, però, pareggia presto e Spalletti si tranquillizza. Anche perché, perso Emerson (lesione del crociato anteriore del ginocchio sinistro: oggi l'intervento chirurgico), i giallorossi, con Strootman ispirato da rifinitore, creano diverse chance per mettere al sicuro il risultato già nella prima parte. Dzeko fallisce un paio di occasioni, prima di subire in area la trattenuta di Gentiletti che Tagliavento ignora. Dopo l'intervallo, entra in scena il capitano. Totti ha spazio, sull'1 a 1, al 9° minuto della ripresa: fuori Salah. Il cambio è quasi azzardato, ma i 65 mila vogliono solo il capitano.

La Roma fatica contro il Genoa che si piazza sotto palla con tutti i suoi interpreti. I giallorossi stentano nella costruzione e si innervosiscono. Su lancio di Totti, ci prova El Shaarawy: colpo di testa e paratona di Lamanna. Spalletti fa la terza sostituzione. Sarà quella decisiva. Dentro Perotti per El Sharaawy. Dzeko, pescato in area ancora da Strootman, chiama al tiro De Rossi che firma il vantaggio e va a esultare sotto la Sud: 4° gol nelle ultime 5 partite. Il Napoli è di nuovo sotto. Il campionato, però, non è ancora finito: Szczesny esce a vuoto sul cross di Laxalt e Lazovic pareggia. Sarri si riprende momentaneamente il 2° posto.

Mancano 11 minuti, la tensione ha il sopravvento sul gioco. Proprio Lazovic, in contropiede, scappa a Mario Rui. Szczesny si fa perdonare e devia: lo salva il palo. Al fotofinish, su torre di Dzeko, la rete dell'ex Perotti che vale la qualificazione diretta alla Champions. Spalletti, scampato il pericolo, corre ad abbracciare il match winner sotto la curva. Nei 4 minuti di recupero, palla a Totti. Che, in attesa di fare il dirigente, la mette in cassaforte, per il 4° successo di fila, dando un senso alla sua gara numero 786, sempre con gli stessi colori addosso.