La Roma c’è, sostiene Eusebio Di Francesco e lo dicono i numeri, i risultati e soprattutto i margini di miglioramento, che appaiono evidenti, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
La Capitale vola alto
La Roma è solida in difesa e ha Dzeko che fa la differenza Di Francesco brilla e il gruppo ha margini di miglioramento. La Lazio vince e adesso segna
La squadra ancora non brilla al cento per cento. Vanno aggiunti calciatori che, sulla carta, dovrebbero/dovranno fare la differenza e parliamo dei vari Schick, Emerson, Karsdorp. Tra i punti di differenza, non può non essere citato l’allenatore, che lavora con la squadra dai primi di luglio, non da anni.
"Credo che sia presto per parlare di scudetto ma noi stiamo trovando la strada giusta.Abbiamo dato un segnale importante", le parole di Di Francesco, presente ieri a una manifestazione benefica a Piacenza con la sua Onlus William Bottigelli, nata per il sostengno di persone affette da gravi malattie.
La Roma non gioca ancora a memoria, non esprime un calcio spettacolare per l’intera partita, ma dimostra di stare bene in campo. L’impatto che ha avuto l’allenatore sulla squadra è impressionante. Nemmeno Sarri (9 punti in sei gare alla prima esperienza con Napoli) e Allegri (11 nel primo anno di Milan), al loro esordio sulla panchina di una big, hanno saputo fare meglio di Eusebio. Per non parlare dello Spalletti romano di dodici anni fa, che in sei gare totalizzò 8 punti.
E’ chiaro che la differenza in campo la fanno i calciatori: non si può sorvolare sulle reti di Dzeko (sette più una tra campionato e Champions, con una media di 1 gol ogni 61 minuti, compresi i due realizzati con la Bosnia), sul rendimento del portiere Alisson (sei clean sheet, comprese le due di Champions),che ha preso gol solo con Inter e Udinese (rete ininfluente), sulle delizie di gente come Pellegrini, Nainggolan, sulla vena di Manolas e Juan Jesus, sulla forza di Fazio, sulla classe ed esperienza di Kolarov e così via.
La Roma nelle sei partite (deve recuperare la gara di Marassi con la Sampdoria) di campionato e in quelle di Champions non è mai andata in svantaggio, segno che l’assetto difensivo regge bene, nonostante manchi qualche titolare.
Dopo Milano, la Roma c’è, dopo la sfida contro il Napoli dovrà ancora esserci. Perché ora arriva il bello, ma anche il difficile. Ma le premesse, infortuni a parte, sono confortanti.
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