AAA cercasi Strootman. La Roma sta aspettando da tempo quello vero, capace di fare reparto da solo, di difendere e attaccare, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Il 2017 si è chiuso in modo anonimo per l'olandese, in panchina contro il Sassuolo, anche in virtù di un'influenza che lo ha debilitato ad inizio settimana. L'impegno c'è sempre, basta guardare l'intensità che mette negli allenamenti. A confermarlo è anche Di Francesco: "Gente che lavora quotidianamente come lui fa fare alla squadra il salto di qualità".
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Kevin, l’anno della riscossa
Il 2017 si è chiuso in modo anonimo per l'olandese, in panchina contro il Sassuolo, anche in virtù di un'influenza che lo ha debilitato ad inizio settimana e uno dei più scarichi in mediana contro la Juventus
Quello che però Eusebio non può dire è che l'olandese gioca a ritmi più ridotti. Rischia meno e sbaglia di più. Qualche dato, riportato in parte già qualche giorno fa in un discorso più complessivo sul centrocampo, è lì a confermarlo: vince meno di un contrasto a partita (0,86) quando lo scorso anno la media era superiore a due; intercetta meno palloni (0,43 contro 2); crea meno occasioni (0,57 rispetto a 1,07) e risulta essere meno preciso nei passaggi nonostante giochi più corto rispetto al passato (59 passaggi lunghi contro i 31 stagionali).
Il 2018 deve diventare l'anno della riscossa. Strootman ne è cosciente, non può più rimanere nel limbo come accaduto negli ultimi mesi. La Roma vuole tenerselo stretto, consapevole tuttavia che la clausola di 45 milioni esiste ed è esercitabile sino al mese di agosto. Kevin guadagna 3,2 milioni più bonus che porta il totale intorno ai 4. Un top player per le casse giallorosse. Ora deve tornare ad esserlo anche in campo. È consapevole che prima di parlare di ruolo, deve ritrovarsi. In alcune gare è accaduto, in altre s'è accontentato di essere un centrocampista normale. Un controsenso per uno della sua qualità.
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