Ci mancava soltanto King Kong. Meglio prenderla con un sorriso, come ha deciso di fare un tifoso che, travestito, ieri pomeriggio ha rubato la scena a Trigoria dando vita ad una protesta tanto goliardica quanto isolata, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Sì, perché ormai non c'è nemmeno la forza di alzare la voce. L'ennesimo giorno della marmotta è andato in scena a Trigoria nel disinteresse dei più. Ormai ci si scalda soltanto sulle radio locali tra chi chiede la testa di Juric e altri che invocano un segnale dai Friedkin, seguendo minuto per minuto sui siti di riferimento la posizione dell'aereo dei proprietari della Roma. E ieri sera quando si è spostato da Parigi, tutti con il fiato sospeso per capire se facesse rotta in città. Al di là degli spostamenti dei proprietari, sul versante allenatore tutto tace e quindi, almeno nell'ottica di Ivan, vale il motto anglosassone no news, is good news. Si va avanti con un "navigando a vista" aspettando la gara di giovedì in Europa ma con un occhio preoccupato alla classifica in campionato (anche l'Empoli ha superato i giallorossi, ora dodicesimi). Con la consapevolezza che la possibilità di scossoni, è sempre dietro l'angolo. A tal punto che se questa mattina arrivasse il comunicato dell'esonero non ci sarebbe troppo da stupirsi visto che sia con Mourinho che con De Rossi il modus operandi è stato il seguente. Possibilità che tuttavia sembra da scongiurare. Ieri Ghisolfi si è fatto portavoce con la squadra della linea del club: si andrà avanti con Juric almeno nella sfida di coppa e con il Bologna. La situazione tuttavia continua ad essere surreale: oltre ad avere il contratto a termine, Juric ormai si deve guadagnare la conferma per onorarlo partita dopo partita.
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Il Messaggero
Juric, il divorzio è solo rimandato
Ieri Ghisolfi si è fatto portavoce con la squadra della linea del club: si andrà avanti con Juric almeno nella sfida di coppa e con il Bologna
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