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Il Messaggero

Ivan perdona i ribelli: “Giocano i migliori”

Ivan perdona i ribelli: “Giocano i migliori” - immagine 1
Il tecnico vuole 3 punti per sperare di restare
Redazione

Perdere a Firenze è servito. Almeno, questo è quello che crede (spera?) Ivan Juric in vista della gara di questa sera contro il Torino. Una prova da dentro o fuori per il croato, a rischio esonero se non dovesse fallire, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Il 5-1 di domenica scorsa ha scoperchiato il vaso di pandora dal quale sono uscite polemiche, frustrazioni, rancori, risentimenti, proteste e insoddisfazioni della squadra. Un faccia a faccia tra l'allenatore e i calciatori, condito anche da scontri fisici e soprattutto verbali, nel quale è emerso lo scetticismo dei calciatori verso i metodi del tecnico: "A Firenze c'è stato un crollo emotivo. Sono stati giorni di litigi, pesanti. Però anche meglio così. Preferisco questo al chiacchiericcio. È successo presto, è uscito tutto quello che era accumulato. Ci siamo detti la verità, magari all'inizio in modo violento, poi in modo ragionevole. Abbiamo indirizzato la barca adesso, almeno a livello di pensiero. Per cui la vedo come una cosa buona, meglio lo scontro per poi andare con la testa alta". Una forte scossa che Juric paragona a quella subita dal Milan a dicembre 2019 quando i rossoneri incassarono cinque gol dall'Atalanta con Pioli al comando. Da li in poi la squadra si risollevò e addirittura due stagioni dopo vinse lo scudetto. Un parallelo un po' azzardato, perché Pioli poteva contare su individualità superiori a quelle che Juric ha attualmente a disposizione. Ma guardare il bicchiere mezzo pieno è l'unico modo per affrontare gli oltre 50mila spettatori dell'Olimpico, pronti a contestare la squadra (la Curva Sud sta preparando l'ennesima protesta). Ci sarà un'atmosfera da ultima spiaggia: "lo non ci penso, voglio solo lavorare". Ma l'ipotesi esonero resterà viva fino a quando i risultati non riporteranno la Roma nella zona alta della classifica. Solo una striscia positiva può riabilitare il croato e suoi metodi d'allenamento: "Se non sono convinti i giocatori delle mie vedute tattiche possono tranquillamente dirmi di andarmene. Invece non è così, loro vogliono fare bene, vogliono migliorare anche vedendo gli errori di Firenze. Con il Torino cercherò di mettere la miglior squadra possibile sul campo pensando a come vincere la partita, per me è tutto chiuso". Resta in silenzio la proprietà che sta preparando il piano B nel caso in cui le cose dovessero mettersi male.