Insieme formano una strana coppia. Uomini-mercato a tre anni di distanza, Destro e Iturbe sono costati complessivamente 45 milioni (commissioni incluse) e vivono un momento particolare. Il primo, sino a poco tempo fa, più segnava meno giocava. Il secondo invece paga tuttora le aspettative dovute alla valutazione con la quale è stato strappato alla Juventus, gli infortuni e l’inevitabile periodo di adattamento ad un nuovo tipo di calcio più ragionato rispetto a quello che era abituato a fare al Verona. Un mix che poco tempo fa lo ha portato a dire con autoironia che «per ora sono una pippa». Non ci crede lui, figuriamoci la Roma. Anche perché gli infortuni hanno offuscato l’avvio di stagione che per l’argentino era stato esaltante: un gol e due assist nei 26’ giocati contro il Cska, in rete anche al rientro in campionato, contro la Juventus, prima di fermarsi di nuovo.
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Iturbe e Destro voglia di riscatto
Il primo, sino a poco tempo fa, più segnava meno giocava. Il secondo invece paga tuttora le aspettative dovute alla valutazione con la quale è stato strappato alla Juventus, gli infortuni e l’inevitabile periodo di adattamento.
DIGIUNO - Sabato contro il Sassuolo potrebbe toccare nuovamente a loro. Insieme hanno giocato (e convinto) poco: 52 minuti contro il Cesena, 26 a Napoli, 74 a Monaco in Champions e 58 contro l’Atalanta. Quattro apparizioni per un totale di 210 minuti e appena una rete, all’Olimpico, di Destro contro la squadra di Bisoli. Quel gol che per entrambi rischia di diventare un’ossessione. Iturbe infatti non segna ormai da due mesi (5 ottobre). Il centravanti invece è consapevole che solamente andando in rete con regolarità avrebbe la possibilità di scalfire le gerarchie di Garcia. E' proprio per questo motivo che vive male il digiuno di oltre un mese (36 giorni): è a secco dal 29 ottobre, da quel Roma-Cesena che fece parlare più per il post-gara che per altro. Destro, infatti, scivolò su una frase - «Il tecnico fa le sue scelte ed io farò le mie» - che (forse) poteva evitare. Sarà un caso ma dopo quelle parole il tecnico lo ha messo in campo da titolare solo contro il Bayern (a Monaco) e l’Atalanta.
VOGLIA DI RIVINCITA - Sia Iturbe che Destro hanno voglia di riscatto. Le statistiche (campionato e Champions) non li vedono così distanti. In stagione il centravanti ha giocato (12 presenze, 7 da titolare, 688 minuti disputati) e segnato di più (4 gol a 2) rispetto all’argentino che ha le stesse presenze e gettoni da titolare del compagno ma un minutaggio inferiore (513). Insieme potrebbero recuperare le posizioni perdute. Perché Destro è un centravanti d’area, non lontano come tipologia di calciatore da Toni che proprio con Iturbe nella passata stagione fece faville. Se è vero che il Verona giocava in modo diverso e l’ex giallorosso con il passare degli anni si è trasformato (anche) in un centravanti capace di far salire la squadra, i due danno l’idea di potersi integrare bene. Sabato potrebbe essere la riprova. Anche perché l’Olimpico per Destro è un talismano: in tutte le partite (4) nelle quali quest’anno è partito titolare ha sempre fatto gol.
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