rassegna stampa

Il sì del giocatore ritarda, i suoi procuratori lo spingono verso la Juve

(Il Messaggero – S. Carina) – Trecentomila euro di differenza ma non solo. E’ questa la distanza che almeno ufficialmente separa Mattia Destro dall’apporre la firma sul contratto che lo legherà per i prossimi anni alla Roma.

Redazione

(Il Messaggero - S. Carina) - Trecentomila euro di differenza ma non solo. E’ questa la distanza che almeno ufficialmente separa Mattia Destro dall’apporre la firma sul contratto che lo legherà per i prossimi anni alla Roma.

Trecentomila euro a stagione che moltiplicati per cinque anni (questa sarebbe l’intenzione del club mentre l’attaccante spinge per un quadriennale) portano il totale a 1,5 milioni (o 1,2 se passasse la linea del calciatore). Non pochi per l’entourage del centravanti che non cede di un millimetro. La Roma, dopo esser partita in sordina - offerta iniziale di 1,1 più premi, per un totale di quasi 1,5 (a salire) – nelle ultime ore ha alzato l’asticella portandola a 1,4 milioni di base all’anno, oltre ai soliti bonus. Non ancora sufficienti per Destro che da tempo ha un accordo con la Juventus che gli garantisce 1,7 milioni (a salire) senza premi.

Tra l’altro i bonus individuali proposti dalla Roma, secondo l’entourage dell’attaccante, non sarebbero nemmeno da considerare delle formalità visto che riguarderebbero (come normalmente accade) il raggiungimento di alcuni obiettivi sportivi: la qualificazione in Champions o la vittoria dello scudetto. Il ragionamento del calciatore è antipatico agli occhi dei tifosi della Roma ma semplice: oltre alla visibilità e al prestigio che può regalare la Champions, la Juventus è considerata al momento la società con maggiori prospettive in Italia. E’ più semplice quindi ottenere traguardi e ulteriori premi con il gruppo di Conte anziché con i giallorossi. Senza contare che con Matri in partenza la concorrenza alla Roma (Totti, Osvaldo, Bojan e Lamela) è ritenuta più pericolosa di quella in bianconero.

La situazione vive dunque un momento di stallo. Da un lato i due agenti di Destro, Contratto (è soprattutto lui a spingere l’attaccante a Torino, suscitando l’ira di Sabatini, ndc) e Vigorelli, mantengono il punto, forti dell’intesa con la Juventus che non molla e continua a pressare sia il giocatore che il Genoa (per una comproprietà). Dall’altro la Roma prova ad avvicinarsi alle richieste del calciatore consapevole però di non potersi spingere molto oltre. Motivo? Basta andare a leggere gli ingaggi che alcuni elementi in rosa attualmente percepiscono.

Lamela guadagna 1,150 milioni, Stekelenburg 1,450, il neoacquisto Castan 1,6, Marquinho e Bradley poco meno di un milione. Alzare troppo lo stipendio a Destro, equivarrebbe a creare una fila di procuratori a Trigoria. Ieri l’attaccante si è allenato con il Siena e a fine seduta ha parlato a lungo con il ds dei toscani Antonelli. Ha spiegato di non aver nessuna preclusione nei confronti della Roma ma di non voler pagare in prima persona l’accordo che tre club hanno raggiunto senza di lui. Tradotto: i bianconeri garantiscono un determinato stipendio, la Roma deve fare altrettanto. E così, passa addirittura in secondo piano l’incontro andato in scena nelle ultime ore all’hotel Shangri La tra il ds Sabatini e l’omologo del Genoa, Capozucca.

L’operazione tra le società è chiusa: prestito da 5 milioni più le metà di Piscitella e Verre con un riscatto obbligatorio a 7 milioni. Ora non resta che l’ultimo tassello. Non sarà però una formalità, come ha lasciato intendere il presidente rossoblù Preziosi ieri notte a Sky: «In 22 anni è la cosa più buffa che mi sia capitata. Stiamo parlando sin troppo di un ragazzo che ha segnato 10 gol in serie A e deve ancora dimostrare il suo valore in assoluto. Poi è chiaro che se uno vede il suo nome tutti i giorni sui giornali, tende a chiedere cifre scandalose. La trattativa è arenata, la vedo nerissima. Mi sono scocciato, sono nauseato: o entro domani si risolve tutto, oppure resterà al Siena. Mattia può rifiutare la Roma ma resta al Siena. Inter o Juve? E’ stato promesso alla Roma e mantengo la mia parola». Un vero e proprio ultimatum.