Quella della Roma è la miglior difesa della serie A, con una rete al passivo meno del Napoli e tre meno dell'Inter, che hanno giocato una partita in più. Tutto questo senza dimenticare che gli ultimi tre gol sul groppone di Alisson sono arrivati da calci di rigore.
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Il gioiello di Di Francesco è una difesa 10 e lode
Miglior reparto del torneo, con una rete al passivo meno del Napoli e tre meno dell'Inter. In Europa solo Barcellona e Atletico Madrid meglio dei giallorossi
Dopo sedici partite, soltanto una volta negli ultimi dieci anni aveva subito di meno: con Rudi Garcia all'esordio sulla panchina della Roma, i giallorossi incassarono solo 7 reti. Dieci reti al passivo per un reparto che non solo ha cambiato diversi interpreti ma, soprattutto, modo di coprirsi rappresentano quasi un'impresa, come evidenzia Mimmo Ferretti su Il Messaggero.
Vale la pena riprendere le parole di De Rossi, sabato sera nella pancia dello stadio Olimpico. "Abbiamo sempre detto che la grande forza di una squadra in Italia è la difesa. Squadre come la Roma, la Juve e il Napoli se non prendono un gol, poi uno o più gol rischiano di farli. Il calcio in Italia si basa tanto sulla fase difensiva e quest'anno la stiamo lavorando, ci stiamo rendendo conto di come andrebbe sempre fatta. Tomei (il vice di Di Francesco, ndr) ogni giorno ci perde le ore, ma anche il mister e i giocatori lo fanno. Manolas, che era uno che andava prima a destra e poi a sinistra ma poi recuperava, quest'anno lo vedo cambiato, più attento a non sbagliare posizione e sono contento perché lui può essere fondamentale. Non ho detto che l'anno scorso questo non si faceva, l'Inter ha l'allenatore che avevamo noi e sta facendo grandi cose a livello difensivo. Ci siamo resi conto anche noi che abbiamo lavorato un pochino meno bene in passato, abbiamo fatto danni incalcolabili in maniera disordinata". Parole che non hanno bisogno di aggiunte, per capire quale sia stato il vero colpo da maestro di Di Francesco. La sua rivoluzione parte da dietro, insomma.
Alisson, poi, merita un discorso a parte. Tenere inviolata la porta nove volte su sedici, e aver raccolto tre volte il pallone alle proprie spalle dopo altrettanti tiri dagli undici metri, è la sintesi dello scintillante rendimento di un portiere che nei mesi passati aveva accettato senza fiatare il ruolo di riserva. Un segno di forza e di maturità, se ci riflettete. Si pensava, ricordate?, che la Roma senza Szczesny non avrebbe potuto giocare, invece i numeri dicono tutt'altra cosa. Compresi quelli di Champions League, con 3 clean sheet su 6.
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