Il pareggio nel derby piace più a Fonseca che a Inzaghi, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Il punteggio è il più bugiardo che ci sia. L'1 a 1 è la sintesi misera del pomeriggio emozionante vissuto dal pubblico di uno stadio pieno a metà. Cinque i pali nel primo tempo (più sesto legno nella ripresa). Fanno rumore e discutere. Il match non è da over: c'è da chiedersi se è colpa dell'imprecisione dei giocatori e semplicemente del caso. Nessuno si diverte come avrebbe voluto.
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Il derby resta al palo
Finisce uno a uno l’inedita sfida d’estate tra Lazio e Roma. Stabilito il record di legni colpiti in 90 minuti: quattro dai biancocelesti e due dai giallorossi
La sfida è comunque rimasta in bilico fino all'ultimo respiro così come lo sarà il duello per il quarto posto che porta in Champions. Se lo giocheranno i biancocelesti e i giallorossi fino al 24 maggio. Inzaghi non festeggia. Nemmeno Fonseca, però. Perché il pareggio nel derby non sposta niente.
I biancocelesti giocano meglio, creano e concludono: 23 tiri a 11. Davanti a Pau Lopez, però, sprecano. Ecco perché non vincono. I giallorossi, invece, confermano la fragilità nella fase di non possesso palla. Restano in partita con il carattere. E la qualità di qualche interprete.
Si è vista la personalità di Zaniolo, imprendibile quando parte coast to coast, Pellegrini e anche Cristante. Vanno vicinissimi al gol, sullo 0 a 0, Leiva e Zaniolo, e sull'0-1, Immobile, Correa e ancora Zaniolo. L'unico a inquadrare la porta, spiazzando Strakosha, è Kolarov. L'ex trasforma il rigore del vantaggio. Guida punisce Milinkovic che interrompe con il braccio il cross di Dzeko.
Il lavoro di Fonseca, quello dell'ultima settimana, evapora durante il riscaldamento: Zappacosta si ferma (polpaccio) e lascia il posto a Kluivert, con Florenzi che torna a fare terzino destro. La Roma riparte dal pari con il Genoa e l'unica novità è Mancini accanto a Fazio per l'esclusione di Jesus. Anche Inzaghi conferma per dieci-undicesimi la squadra del debutto in campionato: Leiva per Parolo. Più saggezza, meno dinamismo.
Il baricentro del 4-2-3-1 della Roma è più basso e diminuisce il pressing. Passo indietro del debuttante per non rischiare l'imbarcata contro lo specialista. La Roma più prudente perde, però, il suo nuovo stile. Così attacca di meno, sfruttando palla al piede ogni ripartenza a sua disposizione. La difesa sbanda lo stesso. E' da aggiornare. Nei singoli e nei movimenti.
Milinkovic si fa perdonare: ruba il pallone a Kolarov. Da lì nasce il pari: assist di Immobile per Luis Alberto azzerato fino a quel momento da Pellegrini. Correa si pappa il 2-1. Inzaghi fa arrabbiare Lotito in tribuna: Parolo per Milinkovic. Ma la mossa sta per decidere il derby: traversa del centrocampista.
Under, mai in partita, lascia il posto a Pastore. Poi Santon per Zaniolo con Florenzi alto e sostituto con l'esordiente Diawara nel finale. Finale è modesto. Non da big. Questo, del resto, è il derby da quarto posto.
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