E meno male che aveva chiesto aiuto ai tifosi: "Se vogliono davvero lo stadio, devono sollecitare un intervento", incitava James Pallotta solo una settimana fa, crucciato perché la delegazione partita da Boston per disincagliare il progetto Tor di Valle, su cui il patron giallorosso ha puntato tutte le fiches, non era stata "ancora ricevuta" in Campidoglio, come riporta Lorenzo De Cicco su Il Messaggero.
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I romanisti contro Pallotta: “Noi lo stadio non lo vogliamo”
Il presidente li aveva chiamati a raccolta per sbloccare la vicenda, ma è un boomerang
I tifosi sono intervenuti, sì, ma rivoltandosi contro il presidente. Ieri al coro di "noi lo stadio non lo vogliamo" hanno manifestato sotto la sede del Club all'Eur durante le contestazioni per l'addio di De Rossi.
Il progetto Tor di Valle, che secondo alcune stime potrebbe fruttare ai proponenti oltre mezzo miliardo di euro, è finito nel congelatore di Palazzo Senatorio, dopo l'inchiesta sul sistema Parnasi e le retate di arresti per tangenti che hanno coinvolto il gruppo del costruttore ed esponenti politici di tutti gli schieramenti, compresi i 5 Stelle. Da ultimo Marcello De Vito, il presidente del Consiglio comunale.
La protesta è forte ed ha una grande eco e dimensione. Rischia di terremotare il progetto nel momento in cui appare più in bilico. Si vedrà. Certo anche Pallotta, negli ultimi mesi, è apparso dubbioso sul buon esito dell'operazione. Non ha mai firmato, per esempio, il pre-accordo con la Eurnova di Parnasi per acquistare i terreni di Tor di Valle. Dopo la stretta di mano in America tre mesi e mezzo fa, l'intesa non è mai stata ratificata.
In Comune intanto proseguono le riunioni dei privati con i tecnici dell'Urbanistica - la prossima è lunedì - ma non c'è accordo sulla convenzione col Campidoglio. Pallotta lo sa.
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