rassegna stampa

I colori del derby dell’altro mondo

I tifosi laziali e romanisti dall'altra parte dell'Atlantico raccontano la loro attesa per la stracittadina

Redazione

«Tifare dall'altra parte dell'Oceano è come avere una relazione d'amore a distanza». Cleber Gordiano, fondatore della «SS Lazio Brasil», sintetizza così il suo rapporto con la squadra del cuore. Il Derby si avvicina, scrive Spalla su Il Messaggero, e la tensione sale, ma non tutti i tifosi possono godersi il clima di Roma. La distanza non intacca la passione. I tifosi laziali e romanisti dall'altra parte dell'Atlantico raccontano la loro attesa per la stracittadina di domani. Mario Antonio Turnaturi, in Brasile dal 2001, ci regala una delle storie più curiose. «Sono arrivato 3settimane dopo lo Scudetto!». È allo stesso tempo Console di San Marino e fondatore del Roma Club São Paulo. Durante il week end indossa la maglietta giallorossa e si ritrova con gli amici per condividere l'emozione del match: «Ci vediamo tutte le partite della Roma insieme, pure quelle dell'Europa League. È un momento bello, a volte anchedi sfogo. Ti senti a casa». Il Roma Club, ufficialmente riconosciuto, è nato durante un pranzo di lavoro. «Ero atavola con uno juventino e gli dissi: guarda che siamo di più noi, saremo almeno una ventina. Mi sfidò a fondare unRoma Club e lo feci, dicendogli che sarebbe il stato il primo a ricevere la notizia». «Abbiamo girato diversi posti,l'anno scorso abbiamo fatto un evento con 65 persone. Un successone! Ci sono romanisti di tutti i tipi: giovani,persone di mezze età e gli equipaggi dell'Alitalia che fanno scalo in Brasile. Si vengono a vedere le partite connoi, che risate!». La distanza non attenua la rivalità fra romanisti e laziali, ma consente di unirsi nei momenti speciali. «Questo fine settimana - racconta il laziale Lorenzo Cipollone - siamo stati invitati dal Roma Club per vedere la partita tutti insieme al Circolo Italiano di San Paolo. È un'occasione per ricordare le vittime dellaChapecoense, dando un messaggio di distensione e fratellanza».

Storia simile quella di Mirko Montani, fondatore del Roma Club Argentina. «Vivo fuori dal 2005, prima stavo in Spagna e ora in Argentina. Il pre-derby lo vivo intensamente, sento sempre la radio. Il nostro Club è nato così: scrissitanti saluti dall'Argentina sulla pagina Facebook di una radio e mi rispose un ragazzo romanista. Anche lui viveva a Buenos Aires, così decidemmo di incontrarci e fondare il Club. Ci vediamo sempre al pub Sullivan's, ma io forse quest'anno non vado per il Derby. L'anno scorso non andai e vincemmo 4-1, magari si ripete. Sono parecchioscaramantico». Cleber Gordiano, invece, ha creato la comunità SS Lazio Brasil: «Sono brasiliano, ma ho un grande amore per la Lazio. E sono anche un laziale atipico: ho 21 anni e mi innamorai ai tempi di Delio Rossi, non ai tempi della Lazio di Salas e Verón». Davanti allo schermo di un pc, in un pub, oppure tutti insieme a casa di un amico. Il Derby rimane unico anche dall'altra parte del Mondo.