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Il Messaggero

Hummels e Roma, la nuova strada

Hummels e Roma, la nuova strada - immagine 1
Oggi a Bologna Ranieri cerca la prima vittoria lontano dall'Olimpico e lo slancio per risalire in classifica
Redazione

Possono esserci partite speciali non solo per la Roma che deve dare continuità alla vittoria nel derby ma anche per un campione del mondo di 36 anni che nella vita ha vinto tutto e ancora deve decidere se l'anno prossimo continuerà a giocare a pallone, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. La tappa di Bologna per entrambi sa molto di sliding-door. Per la squadra di Ranieri in ottica futura: Claudio deve infatti capire se c'è ancora margine per costruirsi nel girone di ritorno qualcosa di diverso che non sia un campionato anonimo ad oscillare tra l'ottavo e il decimo posto. Per questo signore nato a Bergisch Gladbach rappresenta invece il passato visto che in estate è stato ad un passo proprio dal Bologna, con tanto di visita a Casteldebole, chiacchierata con Italiano e l'ad Fenucci. Poi, però, quando è stato il momento di mettere la firma - nonostante la possibilità di giocare la Champions - ha deciso di tornare in Germania e continuare le sue vacanze fino a settembre, quando ha poi accettato la proposta romanista. È una linea sottile quella che passa per la via Emilia perché le 19 gare che mancano alla fine del torneo possono voler dire ancora qualcosa. Ranieri ci crede, lo ha già detto alla squadra rientrando negli spogliatoi dopo la sbornia-derby: "Ragazzi vi ringrazio ma ricordatevi che se non vinceremo a Bologna non avremo fatto nulla". Tocca capire cosa varranno questi 19 round per il gigante tedesco che non finisce mai di stupire. Che fosse un tipo ironico si era capito da tempo grazie ai social ma alzi la mano chi non è rimasto colpito a vederlo saltellare e ballare come un ragazzino della Primavera al fischio finale della stracittadina? Mai come oggi Mats è coinvolto con le cose di Roma. Adora la città, gli piace la squadra, ha finalmente trovato il posto in campo dopo tre mesi con Juric a guardare gli altri giocare e soprattutto è divenuto un punto di riferimento dello spogliatoio. Non solo dei compagni di reparto (Mancini stravede per lui) ma di Pellegrini e di Dybala.