Dalla panchina del Castellani, Empoli, all’uno-due dell’Olimpico, Roma, passano dieci minuti di gioco e dieci anni di vita. Giusto il tempo di riannodare il filo dei ricordi, più o meno vicini, più o meno belli, e dare un segnale fortissimo, anzi decisivo, alla “prima” della Roma nella ritrovata Champions. Prima Iturbe, all’esordio assoluto a questi livelli, poi Gervinho, l’imprevedibilità fatta calcio, hanno mandato di traverso la merenda a Leonid Slutski, l’impassibile (almeno in avvio gara...) allenatore del Cska. Che, per non farsi mancare niente, dopo altri dieci minuti di gioco ha inghiottito anche la papera regalatagli da Akinfeev sul tiro al veleno di Maicon.
rassegna stampa
Gervais stravince il duello tra Elefanti
Due reti in poco più di mezzora: e pensare che il trottolino di Rudi in precedenza aveva segnato soltanto due gol nella coppa dalle Grandi Orecchie, entrambi con la maglia dell’Arsenal
Già, Maicon. Il ribelle. Il fuggiasco. Il cacciato. Il finito. Quante ne abbiamo sentite, a cavallo di Ferragosto, sul conto del brasiliano? Non ne vuole sapere più nulla della Roma, ad esempio, ora che il mondiale nella sua Terra è solo un vecchio ricordo e non più un obiettivo? E, poi, quante ne sono circolate dopo il diktat («Vai a casa!») della Cbf, la federcalcio brasiliana, per via del ritardo (lungo, a dire il vero...) di Miami? In venti minuti, tutto cancellato, tutto dimenticato.Con la caldissima colonna sonora dell’Olimpico impazzito di gioia.
SPEEDY D’AFRICA - Maicon, certo. Iturbe anche, per carità. Ma Gervinho? In trentuno minuti aveva già portato a casa due reti e un assist-gol a Iturbe: troppo poco? Dall’altra parte del campo, il suo connazionale Doumbia, compagno d’attacco con gli Elefanti ivoriani, probabilmente se l’aspettava una cosa del genere, conoscendolo a fondo, ma forse non sapeva che giusto qualche giorno fa il suo amico Gervais ha rinnovato il contratto con la Roma fino al 2018 (con ampio ritocco dello stipendio) e che quindi aveva voglia di ringraziare tutti, da James Pallotta in giù. Due reti in poco più di mezzora: e pensare che il trottolino di Rudi in precedenza aveva segnato soltanto due gol nella coppa dalle Grandi Orecchie, entrambi con la maglia dell’Arsenal: Montpellier-Arsenal 1-2 del 18 settembre del 2012 e Arsenal-Olympiacos 3-1 del 3 ottobre dello stesso anno. Ieri sera ha prima sfruttato un assist di Iturbe, bucando Akinfeev con una puntata di destro, poi si è ripetuto con il piattone sinistro in diagonale, piazzando la palla dove nessun avversario sarebbe mai potuto arrivare, dopo aver mandato per terra un avversario con una finta delle sue. Uno spettacolo? Uno spettacolo. Ma a dare spettacolo, nella magica notte dell’Olimpico, è stata la Roma tutta, compreso il condottiero Rudi. L’uomo che ha voluto a tutti i costi Gervinho a Roma, imponendolo anche allo scetticismo di una piazza che, ragionandoci ora, probabilmente non aveva mai visto un giocatore così.
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