«Godiamoci la Champions: l’anno scorso abbiamo lottato tanto per arrivare a giocarla». Rudi Garcia si sposta subito con il suo gruppo sotto i riflettori, raggiante di poter finalmente riascoltare le note della musica che accompagna la prestigiosa coppa continentale. Sia lui che la Roma non la sentono da qualche anno (tre il tecnico, quattro la squadra che uscì di scena, con Montella in panchina, perdendo a Donetsk, di brutto, l’8 marzo 2011 contro lo Shakhtar: 3-0). Tornare in Europa, dalla porta principale e nella competizione più affascinante, è stato il primo grande step della riabilitazione, a livello internazionale, per il club giallorosso. Che, ambizioso almeno quanto l’allenatore che l’ha riportato ad alta quota, punta a essere subito protagonista. L’inizio, stasera all’Olimpico che cercherà di essere coinvolgente come nelle notti indimenticabili del passato, è contro il Cska Mosca, la meno blasonata delle tre rivali del gruppo E che comprende pure il Bayern Monaco e il Manchester City e al tempo stesso la più pericolosa per essere pronta come non lo sono le altre due e soprattutto la truppa del francese di Nemours.
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Garcia, sorrisi e speranze “Roma, goditi la Champions”
Tornare in Europa, dalla porta principale e nella competizione più affascinante, è stato il primo grande step della riabilitazione, a livello internazionale, per il club giallorosso.
«Noi abbiamo fatto due partite, loro sette: ecco perché non sono i più deboli del girone. Noi risponderemo con grande gioia e tanto entusiasmo. E, vedrete, la strategia conterà più della condizione fisica».
RISCATTO E ORGOGLIO - Garcia e la Roma stasera si aiuteranno reciprocamente per cancellare il passato in Champions, almeno il più recente. Rudi, in due partecipazioni con il Lille, è sempre finito ultimo; i giallorossi, nonostante siano andati meglio del loro tecnico arrivando ai quarti nel 2007 e nel 2008 e agli ottavi nel 2009 e nel 2011, hanno sbagliato la partenza, cioè la prima gara, perdendo cinque volte su otto e conquistando l’ultimo successo sette anni fa proprio qui, 2 a 0 contro la Dinamo Kiev il 19 settembre del 2007. «Ma ora è totalmente differente» avverte il francese. «Affronto la Champions con la Roma, con la mia rosa. Ci danno già per spacciati, ma se cominciamo bene sarà positivo per affrontare le gare successive. Conto sull’Olimpico di fuoco che aiuterà noi e metterà in difficoltà i russi. Che hanno qualità e difetti. Comunque, anche senza vincere, potremo passare il turno. Mi piace giocare in casa l’ultima partita».
ESPERIENZA E PERSONALITÀ - Quando Garcia separa l’attuale organico da quello avuto a disposizione in Francia è come se volesse dire che la Roma è nettamente più forte del suo Lille che lasciò partire alcuni titolari subito dopo aver vinto il titolo e prima di cominciare la Champions. Rudi sa che stasera avrà gente, in campo e in panchina, abituata al palcoscenico continentale (la nuova rosa conta calciatori di 16 nazionalità differenti: più di tutte in questa edizione). Basta pensare a Cole che si appresa a entrare per la quindicesima volta consecutiva nella competizione e che con 105 presenze ha davanti solo Xavi e Casillas. Oltre all’inglese, Maicon e Keita con 54 e Totti con 50 sanno bene che cosa li aspetta. Nel campionato scorso il tecnico, più volte spiegò che per non fare figuracce in Champions sarebbe stata necessaria la conferma dell’organico, senza partenze di primo piano, come invece aveva dovuto sopportare a Lille. E’ stato accontentato, con innesti pesanti, e adesso sfrutterà proprio il valore e lo spessore degli interpreti per ribaltare il pronostico che mette i giallorossi, attualmente al 55° posto nel ranking Uefa, dietro alle tre rivali del gruppo E.
ROTAZIONE PER IL GRUPPO - Solo De Sanctis, Cole, lo squalificato De Rossi e Nainggolan non hanno perso nemmeno un minuto in campionato, dove l’allenatore ha già utilizzato 17 giocatori, per il maxi turnover tra la gara del debutto con la Fiorentina e la trasferta di Empoli, con 5 giocatori diversi nella formazione di partenza. E cambierà anche stasera mezza squadra (ancora 5 titolari) perché «non posso dire che tutta la rosa è importante e fare due partite di campionato con gli stessi uomini: erano scelte per vincere le partite e per mostrare ai miei giocatori che ognuno avrà la possibilità di dire la sua e dare il meglio per la Roma. Con intelligenza».
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