Samuel Beckett, il maggiore esponente del teatro dell'assurdo, non avrebbe saputo dove mettere le mani per il troppo materiale a disposizione. Perché nella Roma sta diventando tutto surreale. La proprietà che riserva tre slot per i rispettivi aerei di proprietà all'aeroporto di Ciampino, preludio ad un arrivo in città, che annulla la prenotazione alle 9,35 di ieri, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Juric che si presenta in conferenza stampa a mezzogiorno annunciando il forfait di Dybala, provocando la reazione dell'entourage che fa trapelare come Paulo avesse in realtà un provino in programma alle 13,30. Tempo qualche ora e l'argentino non viene nemmeno convocato. Mancini che continua ad essere indicato come il successore del croato ma quando viene interpellato off record se la ride e giura di non esser mai stato contattato. Una proprietà che oltre a non presentarsi, continua a non parlare, nemmeno con l'unico dirigente rimasto in loco (Ghisolfi) e lascia Juric solo ancora una volta nell'incontro con i media, quando in passato almeno uno tra ds e il segretario Lombardo non si perdevano una conferenza stampa nemmeno per tutto l'oro del mondo. Sempre il tecnico che, avendo intuito l'aria che tira e di essere ormai da tre settimane un dead man walking, inizia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, stufo di passare nel migliore dei casi come Alice nel paese delle meraviglie. E così ce n'è per Dybala ("Infortunato? No, ha un fastidietto"), per Hummels ("Non c'è nessun litigio, devo scegliere qualcuno che riesce a fare quello che chiedo e Cristante lo ha fatto. So che è pesante, anche io mi aspettavo di più ma devo scegliere quello che ritengo meglio"), per Pellegrini ("Per Hummels vale lo stesso discorso quando scelgo Pisilli al posto di Lorenzo, anche se lui è il capitano e Niccolò un ragazzino") e per il gruppo in generale: "Anima? Mentalità? Siamo lì. La mia sensazione è che in certi momenti la squadra non è attaccata alla partita. Se con c'è quella cosa lì, non sei competitivo, è la base del gioco del calcio". Sembra un discorso d'addio ma guai a farlo presente al tecnico di Spalato: "Se ho mai pensato ad un passo indietro? Magari dovrebbero farlo altri. Ho la coscienza pulita, ho sempre lavorato". Come prologo, alla gara con il Bologna, non c'è male. Probabilmente Juric ha capito che la sua avventura alla Roma è agli sgoccioli. E allora meglio mettere i puntini sulle i, sperando in una reazione dello spogliatoio, come accaduto nel post-Firenze.
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