Alessandro Florenzi è quello che si può considerare il “Jolly”, ciò di cui ogni grande squadra ha bisogno. Uno come lui può ricoprire qualunque ruolo, dal centrocampo alla fascia, sino all’attacco. I numeri di Alessandro non sono quelli di un terzino comune, ma quelli di uno che ha il fiuto del gol. Se poi, a questo, ci aggiungiamo la tecnica, allora parliamo di un vero campione.
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Florenzi, se il gol è bello e impossibile
La serie A lo ha applaudito venti volte (più una in coppa Italia), la serie B undici (tutte con la maglia del Crotone) e l’Europa una sola volta, la perla con il Barcellona
Non avrebbe potuto meglio esprimersi il giornalista de “la Repubblica” Alessandro Angeloni quando afferma che “se uno fa una giocata galante” come quella vista a Udine è perchè “ce l’ha nel sangue”. I gol di Florenzi non sono tutti comuni, tanto da arrivare tra i tre finalisti nell’ultima edizione del Premio Puskas insieme a calciatori del calibro di Messi. Alessandro i grandi gol li sa fare e ce l’aveva già dimostrato con la grande rovesciata nella partita contro il Genoa durante il primo anno dell’era Garcia.
Si potrebbe suggerire a mister Spalletti di schierarlo in attacco, o quantomeno più vicino alla porta, ma la verità è che Florenzi probabilmente la raggiungerebbe anche se giocasse al posto di Szczęsny.
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