rassegna stampa

Finti amici e veri nemici. Lucio contro i suoi ex

Spalletti ritrova il suo passato: c’è chi lo rimpiange e chi non vuole ricordarlo. La lite con Dzeko, l’amore per Radja la guerra con Totti e i fischi dei tifosi

Redazione

La Roma si prepara a giocare a Milano per l'ultima volta nella stagione. Ad attenderla dopodomani troverà il ghigno di Luciano Spalletti, come scrive Benedetto Saccà su Il Messaggero, che nel correre da Trigoria ad Appiano Gentile durante l'estate è il caso di chiarirlo non ha perso nemmeno un filo di spirito di rivalsa nei confronti dei colori giallorossi.

Otto volti romanisti (sette più uno, per l'esattezza) incroceranno lo sguardo di Spalletti a San Siro: e allora dalle tante nevi dei ricordi fluirà un unico fiume di emozioni.

Ad esempio. Dzeko. Spalletti lo incontrerà di nuovo ed è chiaro che Edin vorrà dimostragli di non aver scordato i gesti e la ricetta del gol. Della Roma spallettiana risale alla memoria anche la centralità di Nainggolan. Bravo? No: bravissimo. Autore di 14 reti e soprattutto capace di saltare una sola partita del campionato scorso, il belga è stato il cuore della squadra. Si è rivelato un motore potentissimo, eppure in grado di restituire aria pura. Poi c'è De Rossi. Ecco, da sempre De Rossi sostiene di adorare la sapienza tattica di Spalletti, ma di non condividere spesso la sua gestione degli uomini. Esplicative diventano allora le recenti parole di Daniele.

Meno felice del ritrovo di domenica sarà probabilmente El Shaarawy. Perché? Perché, semplicemente, a un certo punto della stagione scorsa, Spalletti lo ha esentato dalla formazione titolare della Roma, preferendogli Perotti o, comunque, schierando Salah e Nainggolan a supporto di Dzeko. Al proposito, una citazione la merita Perotti, ora in dubbio per la sfida di dopodomani: della scorsa stagione romanista è stato il salvatore, se è vero che all'estremo palpito dell'ultima partita ha regalato alla Roma (e al fischiatissimo Spalletti) la qualificazione diretta alla Champions. E da Gerson, a pensarci, Spalletti non potrà aspettarsi abbracci e sorrisoni: del resto, nella partita contro la Juve del dicembre del 16, lo scelse titolare e lo sostituì al 45' per poi escluderlo a vita: senza pietà. Infine ed eccolo l'ottavo incrocio non si può non immaginare che la notte di San Siro ruoterà intorno a un incontro impossibile. Quello tra Francesco Totti e Spalletti. Una guerra dei mondi. Non succederà. Ma chissà che ginnastica, i loro cuori.