Lo ricordiamo l'esordio sulla panchina della Roma di Ranieri allo stadio Maradona di Napoli. Fu una sconfitta, ma una discreta gara, dopo una lunga serie di delusioni. Tornava un vecchio cuore giallorosso, dopo una serie di macerie e delusioni, organizzate da evidenti errori di gestione, scrive Paolo Liguori su Il Messaggero. Tempo ne è passato e il tecnico ha messo in luce i suoi meriti, eppure neppure lui, dopo Mourinho e De Rossi è riuscito a convincere la società e il ds a mettere a posto una rosa deficitaria e sconclusionata. E così affrontiamo la capolista sentendo e leggendo che il vero punto di forza della Roma è lo Stadio Olimpico e il suo indomabile tifo. Il fattore casa, il fortino giallorosso, cioè noi. A migliaia, il tutto esaurito varato sull'onda dell'entusiasmo del romanismo rilanciato da Josè, abbiamo seguito la maglia, anche grazie all'idea di rilanciare con Daniele, poi estromesso senza ragioni, perché diceva la verità. E allora tifiamo ancora forte, anche se il Napoli di Conte è meritatamente la capolista e speriamo che Lukaku si commuova a rivedere quei colori. Noi avremo ancora Dybala da portare in cima al nostro tifo e poi ci sono tanti altri giocatori che venivano descritti come dei brocchi e invece sono rinati. Penso a Pellegrini e speriamo Cristante, ma certamente Shomurodov, che Ghisolfi voleva vendere, ma non ha trovato uno migliore da comprare. Però ha dato Zalewski all'Inter e qui facciamo gli scongiuri, per non rischiare di rivedere un'altra stella brillare con maglia avversaria. Pazienza, il fattore Olimpico, però, non ce lo possono togliere, quello ce lo teniamo, la nostra carta vincente.
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Il Messaggero
Fattore Olimpico: la carta vincente
E così affrontiamo la capolista sentendo e leggendo che il vero punto di forza della Roma è lo Stadio Olimpico e il suo indomabile tifo
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