rassegna stampa

Edin esce dal vicolo ceco. L’amuleto è sempre Kozacik

LaPresse

Dzeko è un vero incubo per portiere del Plzen che ventidue mesi fa, in Europa League, si era già arreso tre volte al bosniaco

Redazione

Invocava con veemenza la continuità, Eusebio Di Francesco. Dopo il brodino mandato giù contro il Frosinone e l'abbuffata (di gioia, anche) del derby, il tecnico che conosce alla perfezione Roma e la Roma temeva che la sua squadra, storicamente incapace di tenere alta la concentrazione per un lungo periodo, potesse andare incontro a una di quelle serate che te le ricordi fino a che campi, come scrive Mimmo Ferretti Il Messaggero.

Ma non aveva fatto i conti, EDF, con il suo uomo più forte (e che nessuno si senta offeso), cioè Edin Dzeko. Uno che in Champions ci sguazza, uno che in Europa si trova esattamente come a casa sua.  E il Cigno di Sarajevo ha impiegato meno di tre minuti per togliersi il broncio dal viso, bucando la porta del Viktoria con il suo proverbiale diagonale basso di sinistro.

La conferma che quando hai in squadra uno come Dzeko (senza broncio) puoi stare sufficientemente tranquillo, e guardare al futuro con un mezzo sorriso (meglio non esagerare...), è arrivata pochi minuti prima dell'intervallo, quando Edin ha bissato il gol d'inizio partita con un destro forte e centrale a pochi passi dal malcapitato Kozacik. Quello che, ventidue mesi fa, in Europa League, sempre all'Olimpico si era dovuto arrendere addirittura tre volte al bosniaco. Un autentico incubo, per lui. La rete nella ripresa di Under, servito al bacio da un eccellente Pellegrini, è stata solo la logica conseguenza (continuità?) di quanto accaduto nella prima parte di gara. Idem per il golletto del piccolo Kluivert. Quasi scontata, infine, l'ennesima tripletta di Dzeko. Povero Kozacik...