Sono bastate meno di 24 ore per radunare circa 2000 tifosi in piazza Guglielmo Marconi all'Eur sotto la sede amministrativa della Roma. L'obiettivo, come riporta Gianluca Lengua su Il Messaggero, era contestare pacificamente l'operato della società per il mancato rinnovo di contratto di Daniele De Rossi, simbolo di un'intera tifoseria.
rassegna stampa
Duemila tifosi inferociti sotto la sede. Cori contro Pallotta, Baldissoni e Baldini
Contestato pacificamente l'operato della società per il mancato rinnovo di contratto di Daniele De Rossi, simbolo di un'intera tifoseria
All'interno dell'edificio non c'erano dirigenti perché in partenza per Reggio Emilia con la squadra, solo Fienga era a Roma ma impegnato in appuntamenti di lavoro. Poco prima delle 15 i capi ultras hanno distribuito delle locandine con impressa l'immagine di De Rossi (la stessa che si trova su un murale a Ostia) con la scritta "le leggende non si toccano". Al grido Pallotta vendi la Roma sono cominciate le rimostranze che non hanno risparmiato nessuno: il vicepresidente esecutivo Baldissoni, l'ad Fienga e il consulente Baldini.
La protesta è poi proseguita pacificamente davanti agli occhi di polizia in assetto antisommossa e personale della Digos, non sono state esplose bombe carta o petardi ma è stato accesso solo qualche fumogeno.
Il termine azienda, utilizzato più volte da Fienga, per definire la Roma, non è stato digerito da chi ritiene il club molto di più una fredda impresa "L'AS Roma è la nostra leggenda. Solo gli indegni la chiamano azienda", è il testo del secondo striscione esposto in cima a una scalinata.
Il terzo messaggio recapitato al club riguarda il progetto del nuovo impianto su cui sta lavorando Pallotta "No al nuovo stadio" è lo striscione che è stato esposto fino alla fine della contestazione durata un'ora e 45 minuti.
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