rassegna stampa

Due premi alla pazienza dei tifosi

(Il Messaggero – V.Cerracchio) Una torta a quattro strati gialli e rossi: quando si dice la partita perfetta.

Redazione

(Il Messaggero - V.Cerracchio) Una torta a quattro strati gialli e rossi: quando si dice la partita perfetta.

La Roma ha travolto l’Inter, già proprio l’acerrima nemica degli ultimi anni. Mancava giusto una dedica da scriverci sopra, per i tifosi più pazienti: è arrivata subito dopo, firmata De Rossi. (...). Il braccio di ferro è finito, ha vinto il cuore giallorosso di questo eterno ragazzo e ha prevalso, per carità, anche l’ingaggio da top player che la società, pure in tempi di crisi, gli ha concesso. Ma ad onor del vero correvano cifre ben più sontuose cui De Rossi ha rinunciato per restare nella sua città.

Solo una coincidenza, essendo l’accordo già stato trovato in settimana, che la Roma abbia espresso sul campo il miglior calcio della gestione Luis Enrique. Ma forse i compagni già sapevano e hanno fermamente voluto che la festa fosse doppia, una sorta di patto per il progetto che riprende forma dopo pericolosi impacci. Una superiorità schiacciante sulla scombiccherata truppa del testaccino Ranieri, ora solo due punti più avanti in graduatoria. Al di là dei demeriti di gioco dell’Inter, c’è però tanto di giallorosso: la difesa ritrovata intorno a Juan e Heinze, il pressing asfissiante in ogni dove, la bellezza del fraseggio rapido, la sostanza dei centrocampisti, la leggiadria degli attaccanti, Borini su tutti, ma che capolavoro anche il suggello di Bojan.

(...) La neve ha portato fortuna. Perché in alto perdono colpi Juventus (rigore negato) e Milan (Ibra espulso): e vabbè, quella è lotta scudetto. Ma cadono Udinese e Lazio: e questo in chiave Champions vale, eccome. I biancocelesti hanno tutte le ragioni per protestare a gran voce. Non tanto, o non solo, per il ghiaccio di Genova, che causa altri tre infortuni e scivoloni da comica che spianano la strada ai rossoblù. Quanto per l’emergenza della vigilia: impossibilità di allenarsi e problemi di spostamento. Lotito ha chiesto il rinvio, la Lega gli ha voltato le spalle. L’arbitro Tagliavento ha fatto il resto, non espellendo Kucka prima di Diakitè. Forse la Lazio ce l’avrebbe fatta a rimontare tre gol di scarto, ci è andata vicina grazie al cuore di chi non si arrende alla sfortuna, al mercato sbagliato e all’insipienza di chi dirige la baracca-calcio.