Non ci sono supplementari. E nemmeno (per fortuna, conoscendo la storia della Roma) i rigori. "La piccola finale" (cit.) di Monza finisce malinconicamente 1-1, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. A Juric per battere l'ultima in classifica non basta un grandissimo gol di Dovbyk. Il tecnico di Spalato viene tradito infatti da un'incertezza del miglior uomo in stagione, Svilar, e da una svista nel finale dell'arbitro La Penna che non sanziona un evidente fallo da rigore su Baldanzi. Ma è la smanacciata infelice di Mile sul cross di Carboni che indirizza la serata storta, fa felice Mota (tenuto in gioco nell'occasione da Ndicka) e salva probabilmente la panchina di Nesta, ancora a secco di vittorie dopo 7 partite. Una gara che la Roma ai punti avrebbe meritato di vincere ma visto che si tratta di calcio e non di pugilato alla fine è costretta ad accontentarsi di un pari che la lascia nell'anonimato. Quello che sembra scongiurato, almeno, è il rischio di vivere altre due settimane di passione, con la sosta per le nazionali. Difficile infatti pensare ad un nuovo ribaltone in panchina, come invocavano ieri i social e le radio locali a fine gara, anche se con i Friedkin mai dire mai. Juric ci passi la battuta: se entro le 9 di questa mattina non sarà stato diramato nessun comunicato dal club, potrà tirare un sospiro di sollievo.
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Dovbyk c’è, il rigore no. La Roma alza la voce
Una gara che la Roma ai punti avrebbe meritato di vincere ma visto che si tratta di calcio e non di pugilato alla fine è costretta ad accontentarsi di un pari che la lascia nell'anonimato
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