rassegna stampa

Diego, la “scimmietta” con il calcio in testa

Imprevedibilità, velocità e fantasia: “El monito” ha stregato Spalletti. Accolto dalla diffidenza generale è diventato l’uomo-chiave della Roma

Redazione

Tanti i dubbi da queste parti quando la Roma propose Diego Perotti come uno dei colpi di mercato. I tifosi non erano convinti non tanto per le qualità del calciatore, che aveva dimostrato di essere forte pure nel Genoa, quanto per la sua collocazione tattica nella squadra di quel periodo, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

La Roma era allenata da Garcia che come trequartista aveva Pjanic, sugli esterni Gervinho e Salah. Diego era necessariamente un’alternativa, e alla Roma in quel periodo serviva altro. Quasi un arrivo sprecato, insomma. Poi Spalletti ha cambiato tutto e la storia oggi racconta di un Perotti inamovibile. E’ uno di quei giocatori che ha il pallone posato sul piede, la corsa a testa alta, bravo nell’assist anche se non eccezionale nel numero di gol, ne ha sempre fatti pochi.

Spalletti lo ha rivalorizzato, lo ha lanciato definitivamente, facendo di lui un calciatore completo. Soprattutto abile a fare gioco, sia se lo metti sulla fascia (a destra o sinistra, con preferenza per quest’ultimo) o al centro (trequartista o finto centravanti). Lucio non fa più a meno della sua qualità, del suo piede delicato. Diego è diventato una sorta di playmaker avanzato. E’ quello che, in sostanza, ha dovuto prendere il posto di Pjanic: lo scorso anno riusciva a giocare senza Dzeko e quest’anno lo assiste (sei assist e cinque reti in campionato). L’imprevedibilità torna al potere, perché Diego è uno che sa far innamorare la gente, che ha bisogno di sognare. Proprio nel periodo in cui manca l’idolo di sempre, cioè Totti.