La Roma (tra Spalletti e Di Francesco) fa dodici successi in trasferta e batte il record dell'Inter di Mancini. Dopo la sosta sarà un bel derby. Di alta classifica, come evidenzia Alessandro Angeloni su Il Messaggero. "Una partita da tre punti, ma non una sfida come le altre", dice bene Di Francesco, che anche in questo è poco zemaniano nel non definirla come le altre. Il neo della partita, se così vogliamo chiamarlo, contro la Fiorentina l'aver subìto due gol. Ma la Roma per la prima volta vince dopo aver visto Alisson raccogliere la palla in rete e resta comunque la migliore difesa. Segno di maturità, di carattere.
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Di Francesco: “Sono tre punti di testa”
Il tecnico: "Vi assicuro che non è facile prendere tre punti qui al Franchi"
"E' stata una bella gara, pensavamo di averla in mano dopo il gol del vantaggio, poi abbiamo subìto. - dice Di Francesco - Non è facile vincere al Franchi, va dato grande merito alla Fiorentina, che è una buona squadra sapevamo che avrebbero giocato di rabbia, vi assicuro che non è facile prendere tre punti su questo campo".
Primo tempo benino, secondo in linea con la Roma vista ultimamente. "Abbiamo cominciato il secondo con un'altra idea, ci siamo un po' abbassati, abbiamo concesso poco, pur stando alti e concentrati. Avevo paura di questa trasferta, venivamo da una grande vittoria con il Chelsea e temevo una Roma appagata. Ho avuto risposte importanti, nonostante siamo andati un po' ad intermittenza nel primo tempo".
Funziona il turnover, funziona l'inserimento e il recupero di calciatori storicamente ai margini, vedi Gerson che qui ha segnato una doppietta. "Lo seguivo da Sassuolo, giocava esterno alto. Mi è stato presentato come centrocampista, effettivamente è un ruolo che può fare ma ha qualità di potersi adattare benissimo come esterno alto a destra. Ma su tutti devo fare i complimenti a Dzeko: ha fatto una rincorsa al novantesimo per prendere un contropiede della Fiorentina, questo è l'atteggiamento che fa la differenza per ottenere qualcosa di grande. Edin è determinante per la squadra. Il lavoro migliore è stato fatto proprio sulla testa dei calciatori che stanno sposando in pieno questa mia teoria. Il vecchio scetticismo? Io penso al lavoro sul campo, a volte si è scettici senza avere basi. Condivido questo record con Spalletti, mi auguro di ottenerne uno tutto mio".
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