rassegna stampa

Di Francesco: “Ho sbagliato a cambiare il modulo di gioco”

Il tecnico: "La Roma ha regalato un altro primo tempo e dobbiamo riflettere tanto su questo nostro limite"

Redazione

"Ho sbagliato scelte, sono io il responsabile". Eccolo, Di Francesco. La difesa con tre giocatori e l'esperimento fallito. Questa squadra fatica, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, al di là di come la si metta in campo. Forse è una cattiva predisposizione dei calciatori. Forse momentanea. "Con l'Atalanta eravamo 4-3-3 e abbiamo comunque regalato un tempo. In settimana ho provato altro per capire la situazione. La squadra deve crescere anche da un punto di vista fisico. Compromettiamo le partite, deve emergere un po' più di esperienza, si poteva portare a casa un risultato positivo nonostante la non grande giornata. Siamo stati ingenui. Non mi aspettavo una prestazione così. Pastore? Deve crescere a livello fisico e come continuità, a San Siro non è stato brillantissimo, ma giocando da trequartista riesce a esprimere meglio le sue caratteristiche".

Va detto che comunque nella ripresa qualcosa di discreto si è visto. "Volevo un attacco più fisico, ma ho sbagliato scelte», va ripetendo il tecnico dopo la sconfitta amara di San Siro. «Non siamo compatti, non diamo la sensazione di solidità che c'era prima. Dall'inizio abbiamo lavorato su certe cose con quelli che ci stavano l'anno scorso, ma sbagliamo troppe scelte. I particolari vanno curati, ci manca lucidità e per questo ho voluto una linea più compatta. Nel primo tempo non siamo stati bravi ad aggredire e questo non ci ha aiutato".

Per il tecnico non è una questione di numeri, ma di atteggiamento. "Spesso dipende dalla lucidità fisica e mentale. Nel primo tempo attaccavamo poco la profondità. Nel secondo abbiamo espresso manovre più abituali. La Roma ha regalato un tempo, è successo anche con l'Atalanta. Nel secondo la squadra è cresciuta, peccato per il gol c'è stato un errore con una scelta di De Rossi che invece di accorciare è scappato indietro. Ci è mancata freschezza mentale".

E per finire: "Edin sbuffava, l'ho notato, ma non l'ha fatto in maniera plateale. Non ce l'aveva con me". Ce l'aveva con Schick. Ok, ma sbuffare non è proprio un bel segnale.