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rassegna stampa

Di Francesco guarda avanti

Oggi la Roma chiude con il Sassuolo una stagione altalenante l’allenatore già progetta il futuro. E su Alisson: "Resta con noi"

Redazione

Qualcosa è cambiato rispetto agli anni precedente, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, seppur i risultati, in linea con gli altri anni almeno in campionato, sembrano così diversi per la cavalcata in Champions, che ha portato prestigio e milioni.

La Roma oggi a Reggio Emilia contro il Sassuolo chiude un'annata ricca. Adesso - oltre che provare a restare terza in classifica, obiettivo ampiamente alla portata - la Roma deve pensare al futuro, che vuol dire non sbagliare il mercato, o limitare gli errori. Monchi è al secondo anno, Di Fra pure e, come ha detto il ds, sono la stessa persona; la società si è stabilizzata economicamente, ha beccato un signor sponsor (finalmente!!!) da esibire urbi et orbi, quindi ogni componente è al suo posto.

DiFra ha confermato Alisson ("mi hanno detto che resta"), che oggi non giocherà con il Sassuolo (lutto al braccio per la morte di Anzalone), c'è Skorupski, ha strizzato l'occhio a Berardi e Politano ("sono cresciuti con me, sono legato a loro, due di talento"0), oggi avversari, e ha evidenziato dove la Roma è davvero cresciuta.

Le basi per andare avanti con ottimismo ci sono. "La Roma ha più consapevolezza", sussurra il suo allenatore. "Quest'anno abbiamo riavvicinato la gente, aspetto da non sottovalutare. Ora le sensazioni che proviamo è di appartenere a qualcosa. Deve essere un punto di partenza, negli atteggiamenti e modi di fare, nell'affrontare l'ultima gara, nel sottovalutare mai nessuno. Dobbiamo avere massima attenzione in tutto ciò che faremo, sia in sede di mercato che nella gestione di tutta la stagione, dal punto di vista fisico, da quello metodologico e del lavoro. Dobbiamo ancora migliore ma la bellezza di aver rivisto entusiasmo è una partenza importante. Con Monchi abbiamo già parlato di alcuni giocatori".

Un manifesto programmatico, c'è tutto in queste parole. Basta seguirle. E quel pregiudizio, forse, ha dato maggiore carica. "La delusione più grande è il pregiudizio in generale che non mi piace e mi infastidisce. Parlando di campo, non mi sarei aspettato difficoltà così grandi a fine dicembre e gennaio, in termine di risultati e altri aspetti".