rassegna stampa

Di Francesco: “Grandi anche con le grandi”

Il tecnico giallorosso: "La squadra ha dimostrato di essere matura, essendo arrivata qui dopo una settimana particolare"

Redazione

"La Roma c'è e non solo contro le piccole". La frase non è a effetto, ma Di Francesco, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero, l'ha preparata al ritorno da Baku. Quando è stato messo in discussione il gioco della squadra. La sua reazione è comprensibile perché spesso è stato fatto il paragone, anche recentemente, con la gestione Spalletti. Per la cronaca il nuovo allenatore, dopo le prime 6 partite di campionato, ha già raccolto 5 punti in più: 15 contro 10. Eusebio non cerca alibi, ma spiega. E, a sentirlo parlare, sembra far riferimento alle assenze che spesso sono sottovalutate: "La squadra ha dimostrato di essere matura, essendo arrivata qui dopo una settimana particolare. A noi mancano tanti giocatori che darebbero maggior valore nelle alternative, siamo carenti davanti ora. Ai miei giocatori ho detto che contava la testa". E chiarisce la svolta tattica: "Ad un certo punto ho cambiato, alzando Nainggolan. A turno un centrocampista doveva andare su Biglia, quasi un 4-2-3-1. Poi ho lasciato che fosse solo Radja a prenderlo. E negli ultimi venti minuti abbiamo rubato cinque-sei palle nella loro metà campo che era quello che abbiamo preparato. E' mancata un po' di continuità nell'aggressione ma è normale: ci sono giocatori di alta qualità pure dall'altra parte". Su Florenzi: "Da esterno è un grande calciatore perché ha tempi di inserimento come un giocatore unico. Da terzino perde qualcosa".

"È stata una vittoria importante ma non la più bella. Ma la più importante è stata quella in Champions" precisa Di Francesco.

Ora si prepara al nuovo scontro diretto, appuntamento all'Olimpico, sabato 14 ottobre, per sfidare il Napoli a punteggio pieno: "E' la squadra che non vorrei mai incontrare. La Juventus è sempre arrivata fino in fondo, ma il Napoli è una squadra che è una sinfonia. Vorrei che anche la Roma possa crescere così. Dobbiamo migliorare nel gioco. Adesso il rischio è l'esaltazione. Siamo dietro agli altri e restiamo con i piedi per terra. Io so che il gruppo migliora di partita in partita, la crescita è evidente. Io, comunque, sono un martello, pure se non lo dimostro...".