Domani Alessandro Del Piero vivrà Roma-Juve sugli spalti dell'Olimpico per Sky. Lui in tribuna e Totti in panchina: è davvero finita un'epoca? "Le epoche nel calcio non finiscono mai: resta quanto fatto, sempre. Soprattutto se si sono scritte grandi storie". A rispondere è lo stesso ex numero 10 bianconero, intervistato da Ugo Trani su "Il Messaggero". Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
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Del Piero: “Totti, goditi fino in fondo l’amore della tua Roma”
L'ex numero 10 della Juve: "Francesco è la storia: vedrete, il saluto che gli riserveranno i tifosi non lo dimenticherà mai. Io, a differenza sua, ho avuto la fortuna di pensare allo scudetto e non all'addio"
La Roma è da qualche anno la vera rivale della Juve. Ma non riesce a superarla. Come può colmare il gap?
"Non è quello che manca alla Roma, ma quello che ha in più la Juve. Il numero di punti fatto dai giallorossi è di tutto riguardo, in anni passati avrebbero vinto lo scudetto. Una differenza su tutte: la costruzione con continuità nel tempo. In questi sei anni la Juve si è rinnovata molto, mantenendo una linea. Le basi della Roma ci sono, servono un paio di colpi giusti per aggiungere qualcosa in più. Monchi farà un buon lavoro»".
Vede qualche similitudine tra il suo finale di carriera e quello di Totti?
"Siamo molto diversi, ma abbiamo fatto percorsi molto simili: ecco perché siamo così vicini e da sempre il nostro rapporto è stato speciale. Lo stimo tantissimo e so che lui prova lo stesso per me. Non so paragonare la mia conclusione con la sua, di sicuro il vivere concentrato su un obiettivo come per me era lo scudetto nel 2012 è diverso dalla situazione di Francesco oggi con la Roma. Ma una cosa è certa e gli auguro davvero che sia uguale a quanto ho vissuto io: il saluto dello stadio. Si merita il meglio e il pubblico giallorosso saprà trasmettere tutto l'amore per la bandiera della Roma".
Come si vivono quei momenti?
"Sono passati sei anni e ancora oggi non lo saprei raccontare. Prima mi sono concentrato solo sul traguardo, vivevo giorno per giorno pensando a quel momento, a tornare a vincere, al termine di un percorso che è ricominciato da Rimini, dalla serie B. Poi quel giorno allo Stadium, quel saluto, beh davvero ancora non trovo le parole".
Dopo l'addio alla Juve, ha continuato a giocare, ma all'estero. Consiglierebbe un'esperienza simile al suo amico?
"Dipende da come si sente. La mia fu un'esperienza di vita, scelsi di andare per conoscere e non solo per giocare. Un suggerimento: partirei proprio da questo. Ma Francesco farà il meglio per sé".
Totti direttore tecnico della Roma. Che ne pensa?
"Di decidere con la sua testa. Ha tutte le qualità per fare bene in quel ruolo. O in altri. Ma solo lui sa che cosa sia meglio per il suo futuro".
Da fuori come valuta la difficile convivenza tra Spalletti e Totti?
"Sarebbe irrispettoso nei confronti di Francesco, e anche di Spalletti, dare un giudizio. La posizione più corretta è quella espressa proprio da Francesco in settimana, cioè mettere la Roma al centro in un momento cruciale dell'annata: c'è tantissimo in ballo, ed entrambi lo sanno bene".
Totti avrebbe dovuto lasciare prima?
"Sono l'ultimo che può parlare di lasciare la propria squadra, direi".
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